Affidamenti esterni, assunzioni, aumenti di livello, costi del servizio, legami politici. Sono questi alcuni dei punti chiave dell’inchiesta su MessinAmbiente, aperta dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita dopo la bocciatura, da parte del Comune, degli ultimi due bilanci della società di gestione dei rifiuti. Giovedì nell’ufficio di Ardita è stato ascoltato per quasi tre ore, come persona informata dei fatti, il sindaco Renato Accorinti. Ieri è stata la volta del consigliere comunale Daniele Zuccarello, capogruppo dei Progressisti democratici a Palazzo Zanca, un lungo colloquio dal quale potrebbero emergere sviluppi molto interessanti. Zuccarello ha eseguito una lunga indagine ispettiva proprio su MessinAmbiente e i costi del servizio, attività nata all’indomani della votazione, in Consiglio, del tariffario della Tares che aveva fatto emergere tutta l’esosità dell’affaire rifiuti a Messina (oltre 42 milioni di euro). Settimane di ispezioni e di raccolte di documenti, culminate in una conferenza stampa tenuta due giorni dopo la bocciatura da parte del Comune, nel corso dell’assemblea dei soci, dei bilanci di MessinAmbiente. Zuccarello, che ieri è stato ascoltato per circa quattro ore da Ardita a Palazzo Piacentini, aveva tirato fuori diversi numeri e dati sul personale della società, sugli aumenti di livello, sugli straordinari, sugli affidamenti a ditte esterne di alcuni appalti e sulla gestione degli stessi. Tutti elementi, corredati da una corposa documentazione, che ieri il consigliere comunale ha ribadito al procuratore aggiunto.
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