Il segretario generale della CGIL di Messina, Lillo Oceano, è indagato anche per calunnia, oltre che per falsa testimonianza nell’inchiesta sull’ammanco di 60.000 euro dalle casse del sindacato di via Peculio Frumentario. A firmare il provvedimento ancora il sostituto procuratore Fabrizio Monaco che da tre anni si occupa della vicenda. Secondo l’accusa Oceano aveva riconosciuto come propria la firma apposta su un assegno bancario di quasi 5000 euro. In realtà la firma del segretario della CGIl sarebbe stata apposta dalla ex amministratrice unica della CGIL di Messina, Alma Bianco. Come dichiarò al PM la stessa Bianco, assistita dall’avvocato Bonaventura Candido, si trattava di una prassi, quella di firmare per conto del segretario generale che a volte era impossibilitato a farlo. Una perizia calligrafica di parte aveva stabilito che la firma era stata apposta da Oceano ma, dopo il rigetto di una richiesta d’archiviazione da parte del gip, una seconda perizia, eseguita dai Ris, ha stabilito che la firma apposta sull’assegno non appartiene al segretario generale della Cgil.
A questo punto è scattata la nuova ipotesi di reato per Oceano, quella di calunnia, in quanto avrebbe accusato la Bianco pur sapendola innocente.
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