Da lunedì sarà possibile presentare al dipartimento politiche sociali le istanze per esenzioni e riduzioni della Tares, ma la polemica già divampa dopo i dettagli illustrati ieri dalla giunta comunale sui nuovi criteri che saranno adottati. La decisione che potranno usufruirne solo i cittadini che hanno un reddito ISEE sotto i 5000 euro ha fatto insorgere i consiglieri comunali Libero Gioveni e Claudio Cardile. Una decisione che i due esponenti del civico consesso definiscono schizofrenica, avendo totalmente stravolto le fasce sociali immaginate inizialmente che avrebbero potuto beneficiare delle riduzioni sulla salatissima bolletta. Gioveni e Cardile sottolineano che in un primo momento ne facevano parte i nuclei familiari monoreddito con invalidi civili pari o superiori al 75%; le donne o gli uomini soli, abbandonati dal partner, separati legalmente o divorziati; i nuclei con il capofamiglia in stato di detenzione e i disoccupati di lungo corso o i cittadini che hanno perso il lavoro nel 2013. Il monte da spalmare tra tutti gli aventi diritto è un milione 315 mila euro. Solo il 20%, circa 260 mila euro, sarà impiegato per sostenere l’esenzione totale della Tares. In maniera poi scalare, vengono destinati altri 130 mila euro per ridurre del 90, 80 , 70, 60 % e via dicendo il tributo. Il comitato 12 gennaio, quello che ha organizzato la manifestazione che ha portato in piazza migliaia di persone, ritiene che i nuovi criteri per l’esenzione inneschino delle classifiche di povertà non accettabili. Inoltre, in base a un comma del regolamento comunale diventerebbe una discriminante anche l’ordine della presentazione delle domande di riduzione o esenzione. Il comitato quindi auspica che la proposta di modifica del regolamento arrivi presto in consiglio comunale stigmatizzando il ritardo sull’atteso parere del funzionario competente, che va rilasciato prima che si pronunci l’aula.
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