Il primo passo dell’operazione verità che la giunta ha avviato insieme con un esperto volontario, il commercialista Leonardo Termini, è stato compiuto. Conseguenza immediata la mancata approvazione del bilancio di Messinambiente e non certo senza ragioni. Partite creditizie nei confronti dell'ATO 3 disallineate, una società in liquidazione che non ha il piano di liquidazione, né una perizia per la gestione dei rifiuti e del loro smaltimento sino a quella data. Eccessivo il costo del personale dipendente, così come quello delle spese legali per il contenzioso con i fornitori. “Del buco nero in cui sono sprofondate le finanze del comune- ha detto il sindaco Renato Accorinti- una delle cause è da addebitare proprio alla mala gestione di Messinambiente.” “Ha da passà a nuttata” – ha ironizzato l’assessore all’ambiente Daniele Ialacqua – che assicura: non è una guerra contro il personale, ma, fra i nuovi criteri da adottare per rilanciare il servizio partendo dal risparmio, è necessario seguire i dettami della spending revieuw per esempio riguardo i pensionamenti. Dieci i dipendenti individuati, di cui un dirigente. 700milauro quindi in fase di recupero. Nel frattempo sarà anche avviata la ricerca, ad evidenza pubblica, di una figura professionale che abbia prestato la sua attività nel settore, da affiancare al commissario liquidatore Armando Di Maria. Non contestiamo certo i singoli individui – però- precisa Ialacqua- ma un modus operandi perpetuato nel tempo. Contemporaneamente all’operazione verità, parte però la ricostruzione. Si va verso la costituzione dell’aro, la realizzazione della nuova impiantistica a Pace, compreso il nuovo impianto di valorizzazione della frazione secca della differenziata, quasi pronto. La strada è spianata. L’obiettivo garantire ai messinesi un servizio degno di tale nome
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