28 febbraio, ecco la nuova data chiave per i conti di palazzo Zanca.
A fine mese sarà pubblicato il decreto legge 35 attraverso il quale il Comune potrebbe vedersi anticipate le somme necessarie a rientrare dal debito maturato e certo e che ammonta 140 milioni.
Solo allora si saprà se a questa anticipazione potrà accedere anche il Comune di Messina che potrebbe restituire la somma concessa nei successivi trenta anni.
E’ il secondo anno che il governo offre agli enti locali l’opportunità di poter avere questi soldi per poter pagare i debiti con fornitori, imprese e professionisti. Di fatto gli stessi creditori, partecipate comprese - e questo è fondamentale per Messina – a cui palazzo Zanca deve i 140 milioni.
L’anno scorso città come Roma hanno ottenuto prestito trentennali al 3% da quasi 350 milioni, Napoli quasi 600 milioni , Reggio Calabria di milioni ne ottenne 187. Messina l’anno scorso – la fascia l’aveva il commissario Croce- decise di non percorrere questa via, e non mancarono le polemiche.
Fu concesso il 62% dei soldi richiesti, con il Paese che mise a disposizione quasi 40 miliardi.
Adesso l’assessore Signorino e la giunta Accorinti ci riprovano ma nel frattempo dovranno comunque preparare il piano di riequilibrio per il quale hanno incassato una “salutare “ bocciatura.
Quel dicsco rosso arrivato in consiglio comunale a pochi minuti dalla scadenza dei termini, è stato girato al Ministero e alla Corte dei conti. Unitamente al miglioramento delle condizioni di deficitarietà strutturale, Messina risarebbe garantito il posticipo della data ultima per la presentazione del piano di riequilibrio al 30 marzo.
Non sono attese risposte ne dal MIF né dalla Corte dei conti, in una sorta di silenzio assenso.
Il piano di riequilibrio prevede un rientro nei 10 anni dai 140 milioni di euro di debiti. Se Messina avesse l’ok, dopo il 28 febbraio, con il Dl 35 potrebbe allungare i tempi per la restituzione dell’anticipazione 30 anni liberando risorse per gli investimenti. Quella sì altra scommessa da giocarsi fino in fondo.
Cappello bilancio st
Palazzo Zanca ha inviato al Ministero e alla Corte dei Conti la richiesta di poter posticipare la presentazione del piano di riequilibrio alla fine di Marzo.
Non è attesa alcuna risposta, ma nel frattempo l’assessore Signorino dovrà definire il piano in maniera definitiva. Ma la chiave di volta è quella della verifica della possibilità di accedere all’anticipazione da svariate decine di milioni di euro.
28 febbraio, ecco la nuova data chiave per i conti di palazzo Zanca.A fine mese sarà pubblicato il decreto legge 35 attraverso il quale il Comune potrebbe vedersi anticipate le somme necessarie a rientrare dal debito maturato e certo e che ammonta 140 milioni.Solo allora si saprà se a questa anticipazione potrà accedere anche il Comune di Messina che potrebbe restituire la somma concessa nei successivi trenta anni.E’ il secondo anno che il governo offre agli enti locali l’opportunità di poter avere questi soldi per poter pagare i debiti con fornitori, imprese e professionisti. Di fatto gli stessi creditori, partecipate comprese - e questo è fondamentale per Messina – a cui palazzo Zanca deve i 140 milioni.L’anno scorso città come Roma hanno ottenuto prestito trentennali al 3% da quasi 350 milioni, Napoli quasi 600 milioni , Reggio Calabria di milioni ne ottenne 187. Messina l’anno scorso – la fascia l’aveva il commissario Croce- decise di non percorrere questa via, e non mancarono le polemiche.Fu concesso il 62% dei soldi richiesti, con il Paese che mise a disposizione quasi 40 miliardi. Adesso l’assessore Signorino e la giunta Accorinti ci riprovano ma nel frattempo dovranno comunque preparare il piano di riequilibrio per il quale hanno incassato una “salutare “ bocciatura.Quel dicsco rosso arrivato in consiglio comunale a pochi minuti dalla scadenza dei termini, è stato girato al Ministero e alla Corte dei conti. Unitamente al miglioramento delle condizioni di deficitarietà strutturale, Messina risarebbe garantito il posticipo della data ultima per la presentazione del piano di riequilibrio al 30 marzo.Non sono attese risposte ne dal MIF né dalla Corte dei conti, in una sorta di silenzio assenso. Il piano di riequilibrio prevede un rientro nei 10 anni dai 140 milioni di euro di debiti. Se Messina avesse l’ok, dopo il 28 febbraio, con il Dl 35 potrebbe allungare i tempi per la restituzione dell’anticipazione 30 anni liberando risorse per gli investimenti. Quella sì altra scommessa da giocarsi fino in fondo.