C’erano davvero pochi dubbi sull’esito di quel piano di riequilibrio.
Ci vollero mesi per preparare quello che fu presentato dal commissario Croce, volevate che in un paio di giorni potesse esserne stato approntato uno nuovo e per giunta con i conti in ordine
Era davvero difficile che accadesse, e forse è anche giusto così. Nel senso che il treno sul quale vuole salire Palazzo Zanca è troppo ricco di aspettative e opportunità per non far di tutto per trovare un biglietto.
Agganciare il convoglio che potrebbe portare ad un mega prestito trentennale per saldare le aziende creditrici, molte delle quali messinesi, è una chance che consentirebbe un rientro più rapido ed indolore alle casse del Comune.
Per poter aderire a questo prestito, però serve tempo, qualche settimana e solo con un bilancio di previsione bocciato di recente si può ottenere una proroga dei termini che scadono giusto oggi.
Questa bocciatura deve arrivare dal consiglio comunale che, di colore contrario all’amministrazione, deve respingere un atto per promuovere una strategia che non ha potuto condividere.
Tutti con le spalle al muro. L’amministrazione che sa di dover passare dal giudizio della corte sull’ammissibilità della proroga di sessanta giorni richiesti per la presentazione del piano di riequilibrio.
Ma con le spalle al muro anche il consiglio che per coscienza ed opportunità politica non potrebbe negare una opportunità di questo genere anche solo esprimendo dissenso .
Però poi, al di là del parere non favorevole dei revisori dei conti di ieri notte, c’è la sfaccettatura più squisitamente politica.
Già perché ci sono bocciature e bocciature. dal consiglio notturno aspettiamoci dichiarazioni al vetriolo e pieno sostegno, astensioni, colpi di scena e scrupoli di coscienza. Segnali opposti come le entrate e le uscite di un bilancio, dove per il riequilibrio, quello, politico la partita inizia domattina.
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