Prima del recupero della Fiat Seicento dal burrone a fianco della cabina elettrica l’ipotesi dell’incidente stradale autonomo sembrava non fare una piega. Ma venerdì mattina, nel corso di un breve sopralluogo sul luogo della tragedia, il padre di Provvidenza Grassi e l’avvocato Giuseppina Iaria si sono affrettati a spiegare che, a loro giudizio, la pista seguita dagli inquirenti è plausibile ma non quella giusta. Evidentemente, si sono accorti che l’utilitaria presentava danni incompatibili con la tesi dell’incidente autonomo. E davanti a microfoni dei cronisti e alle telecamere hanno prefigurato scenari ben più tetri. Nel pomeriggio, quando il veicolo è stato recuperato e caricato su un carroattrezzi, sono emersi chiaramente i danni. L’automobile, posta sotto sequestro e adesso custodita in un’autorimessa nella zona nord della città, presenta la parte posteriore schiacciata, come se fosse reduce da un tamponamento o se avesse impattato con il suolo proprio in quel punto. Il paraurti anteriore si è staccato nell’urto con le barriere protettive della tangenziale, assieme alla targa, rinvenuta dagli agenti della polizia stradale all’esterno della galleria Bordonaro. Il mezzo di trasporto, inoltre, ha perso il motore, mentre il finestrino posteriore lato sinistro e il parabrezza sono andati in frantumi.
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