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Dissesto e ricorso
tutto in due giorni

accorinti+signorino

Tutto in due giorni. Sono le 48 ore che possono cambiare il futuro della città. Il 30 gennaio a Catania si discute l’ammissibilità dei ricorsi dei cittadini contro l’esito al fotofinish che portò al ballottaggio delle amministrative. Se il Tar desse ragione ai ricorrenti sarebbero ricontate le schede di alcune sezioni e magari potrebbe saltar fuori che Felice Calabrò aveva già vinto al primo turno.

Ma il 29 gennaio è una data ancora più importante per le residue speranze di evitare il fallimento di Palazzo Zanca. E’ l’ultimo termine, ad oggi,  per presentare il piano di riequilibrio che deve portare Messina a ripianare i debiti nei prossimi dieci anni. L’amministrazione punta a spostare questa data del 29 gennaio fino alla fine di marzo. Non per guadagnare tempo, in sè,  ma per poter agganciare un decreto legge, il 35, che permette prestiti trentennali alle amministrazioni locali per coprire i debiti maturati con le imprese fornitrici. Per sfruttare questa ciambella di salvataggio però bisogna avere margini di tempo  e per guadagnarli Palazzo Zanca dovrà convincere la Corte dei Conti – appuntamento a Palermo o lunedì o martedì -  che una deroga possa essere  concessa per via di una bocciatura del piano di riequilibrio da parte del Consiglio comunale, che ancora deve avvenire. 

Ieri a Punto Franco su RTP, l'assessore Signorino ha presentato il percorso che dovrebbe portare a questo salvataggio in extremis. Scettico sulla risposta del Consiglio Comunale alle richieste dell'Amministrazione, Felice Calabrò.

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