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Accorinti ai Pinellini,
Al Teatro ci penso io

Non può assumere una posizione di distacco, non può prendere le distanze il sindaco Renato Accorinti e cacciare gli attivisti del Pinelli dal Vittorio Emanuele, sarebbe come rinnegare se stesso, ma allo stesso tempo il suo ruolo istituzionale gli impone di essere super partes. Se le occupazioni precedenti potevano avere un senso:  riportare alla luce beni finiti nell’oblio,  quella del maggiore teatro peloritano non è opportuna,  visto che proprio lui si sta battendo per la costituzione del consiglio di amministrazione e per far ripartire la stagione. E questa è la settimana cruciale. I pinellini lo hanno inteso bene, tant’è che fra di loro serpeggia già  l’idea di lasciare il palco la prossima notte per cercare  un’altra struttura da riaprire ai messinesi. Ma loro che promuovono la cultura come bene supremo e che da oltre un anno hanno fatto di più di quanto siano riusciti ad organizzare i professionisti,  hanno scelto quel palco  come simbolo di cosa intendono per condivisione dei beni comuni. E su quel palco hanno espresso tutti i loro disappunto contro chi pretende –hanno sottolineato- che si abbassi la testa di fronte all’ignavia e alla stasi . Non hanno alcuna intenzione di arrendersi, non li spaventano le denunce  e andranno avanti con il loro progetto di restituire ai legittimi proprietari, i cittadini,  ciò che è stato loro negato per anni. Il loro sforzo finora è stato vano, visto che dell’ex teatro in fiera disoccupato un anno fa non si hanno più notizie e meno  se ne hanno di cosa sarà dell’ex casa del portuale ora che stata liberata.  Il piano che dovrà regolamentare  la gestione dei beni comuni che l’assessore Daniele Ialacqua sta preparando dovrà essere votato dal consiglio comunale

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