Parla di «malcelata ritorsione» e prospetta l’ipotesi di un abuso di potere. Calogero Ferlisi è intenzionato ad andare fino in fondo. La riorganizzazione degli uffici comunali, predisposta dall’am - ministrazione comunale e attuata dal segretario generale Antonino Le Donne, ha lasciato uno strascico pesante: il ricorso presentato dal comandante della polizia municipale contro la stessa amministrazione di cui egli fa parte. Vediamo i fatti. Ferlisi ha dato incarico all’avvocato Silvano Martella di «promuovere le azioni giudiziali più opportune per tutelare i propri interessi lesi dalla determinazione del segretario generale numero 32 del 31 dicembre 2013 e dal decreto del sindaco numero 21 dello stesso giorno». Secondo quella determina, Ferlisi viene trasferito alla guida dell’Av - vocatura comunale, mantenendo il proprio incarico di comandante della polizia municipale ma soltanto “ad interim”, «in attesa dell’individuazione del dirigente, ai sensi dell’articolo 13 della legge regionale del 26 agosto 1992 numero 7, e successive modifiche e integrazioni, comunque sino alla data del 31 gennaio 2015». Ferlisi, che in privato ha confessato di essere stato «umiliato» da un simile provvedimento, specifica, assieme al suo legale, «che la carica di dirigente-comandante del Corpo di polizia municipale di Messina, in mancanza di rilievi e sanzioni disciplinari non può, infatti, essere rimossa dalla persona dell’avvocato Calogero Ferlisi quale vincitore di apposito concorso pubblico, con deliberazione della giunta municipale numero 2333 del 6 dicembre 1998, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana il 16 gennaio 1999, e quale esercente le suddette mansioni, con copiose attestazioni di stima, da oltre dieci anni.
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