Caterina e Antonino Vinci, di Messina, sono per Amici dei Bambini (Aibi), ente che si occupa di adozioni e affidi, la famiglia più accogliente del 2013. La coppia, che aveva già adottato un bambino congolese, ha aderito all'appello dell'associazione ad accogliere i profughi minori della tragedia di Lampedusa e ha aperto le porte di casa a Haamid, un diciassettenne somalo.
"Dopo la tragedia di Lampedusa - spiega Antonino Vinci - abbiamo sentito la necessità di impegnarci in prima persona. E senza troppo riflettere abbiamo dato la nostra disponibilità ad Aibi in Sicilia. Ma non avevamo bene in mente in cosa potesse tradursi il nostro impegno". Quando è partito il progetto di affido dei minori stranieri non accompagnati, grazie all'accordo con il Comune di Lampedusa e Messina, i Vinci - 34 anni lui, 30 lei - hanno chiesto di accogliere un bambino che non avesse più di otto anni. "Ma con il trascorrere dei giorni, ci siamo resi conto che quel paletto non aveva senso. E così ci siamo semplicemente fidati dell'associazione e abbiamo aperto le porte ad Haamid. Diciassette anni e una storia difficile alle spalle".
E' il maggiore di cinque fratelli. In casa nessuno ha un lavoro fisso e lui sa che cercare un lavoro è il suo primo dovere. Anche se fin dal primo giorno ha chiesto ai suoi ospiti di poter studiare: ha voglia di imparare l'italiano. "Il più grande atto di giustizia che una persona possa compiere nella sua vita - commenta Marco Griffini, presidente di Aibi - è accogliere un minore in difficoltà. Questi giovani così innamorati hanno adottato un bimbo e con slancio si sono imbarcati in un nuovo progetto di accoglienza. Sono l'Italia migliore, quella che l'integrazione interculturale e interetnica la fa senza proclami, giorno per giorno, dentro casa". Alla famiglia sarà inviata come omaggio un'icona in lamina d'oro realizzata a mano dalla suore Benedettine del monastero Mater Ecclesiae di San Giulio, isola circondata dalle acque del lago d'Orta (Novara). (ANSA)