In via di completamento, l’operazione che ha richiesto più tempo del previsto: la posa degli ultimi 3 dei 60 pali sui fondali rocciosi dell’approdo. Dovrebbe avvenire entro la prima decade di gennaio. L’autorità portuale che sta eseguendo i lavori, si è già portata avanti per abbreviare i tempi delle necessarie autorizzazioni per poter dragare i fondali. Già avanzata la richiesta all’Agenzia regionale per l’ambiente per il trattamento del materiale che si prevede di utilizzare per il ripascimento del litorale della zona di Tremestieri, praticamente azzerato dalle mareggiate da quanto è stato realizzato l’approdo a sud. Una volta avuto l’ok, la pratica passa all’assessorato ai trasporti per il definitivo via libera. Ripulendo quindi i fondali adiacenti alla diga, ripristinando una profondità tra i 5 metri e mezzo e i 7, sarà possibile aprire il secondo scivolo. A questo attesissimo risultato si dovrebbe arrivare nei primi giorni del mese di febbraio. Il porto potrebbe quindi riprendere a funzionare a pieno carico assorbendo in gran parte, se non tutto, il traffico di mezzi pesanti che attraversano lo Stretto. Il muro paraonde, da realizzare sopra i 60 pali piantato sui fondali rocciosi, potrà essere costruito dall’esterno senza inficiare sulla regolare navigazione. Chiaramente in condizioni meteo marine buone. Si tratta di un muro che, a differenza di quello che venne realizzato nel 2006, avrà basi solidissime. Inoltre, per far si che le onde non si infrangano con violenza direttamente su questa parete, verranno anche riposizionati i tetrapodi già in mare con l’aggiunta di altri che sono già stati costruiti sul posto. Un sistema per creare una sorta di rottura dell’onda, quando soffia forte il vento di scirocco, per farla arrivare più attutita sulla nuova diga protettiva del bacino.
Caricamento commenti
Commenta la notizia