Un estenuante calvario durato 40 giorni. Probabilmente una lesione emorragica provocata da un’ischemia ha portato alla morte una donna di 79 anni originaria della provincia di Foggia ma da quasi 50 anni residente a Messina. Una vicenda dolorosa che ha convinto i familiari ha presentare una denuncia in Procura chiedendo che venga fatta luce su un decesso che, a loro parere, poteva essere scongiurato
La donna, vedova, e con due figli, era stata trasportata al Policlinico la mattina del 31 ottobre dopo aver accusato un malore. Tac e risonanza magnetica rilevarono l’emorragia che coinvolgeva il cervello dalla zona del bulbo. L’anziana fu ricoverata in Neurologia senza che le venisse applicata alcuna flebo. Anzi per i due giorni seguenti la donna sarebbe stata regolarmente alimentata con risotti, pollo, contorni e frutta nonostante forti difficoltà di deglutizione. La presenza di gorgoglii nella voce e di muchi in gola insospettirono i familiari che chiesero l’intervento dei medici. Alla signora fu diagnosticata una seria complicazione, una polmonite da ingestione provocata dal cibo che aveva ingerito. Secondo i familiari sarebbe stato indispensabile alimentarla solo con flebo per evitare i rischi di soffocamento. A poco a poco le condizioni della donna si aggravarono fino a richiedere il ricovero in Rianimazione al Papardo poichè al Policlinico non c’erano posti disponibili. La 79enne fu intubata e posta in coma farmacologico. Il 4 novembre tornò definitivamente al Policlinico ma la polmonite da ingestione era sempre presente. Il 2 dicembre l’anziana fu ricoverata nel reparto di Pneumologia ma –secondo quanto indicato nella denuncia dai familiari - intervenne anche uno stato febbrile dovuto forse agli sbalzi di temperatura durante il trasferimento di reparto. Intanto l’emocoltura aveva evidenziato un grave stato settico generato –secondo i denuncianti – dall’ingestione di cibo che era andato a finire nei polmoni ed aveva scatenato una serie di infezioni. Da quel momento le condizioni della donna sono sempre più peggiorate. Il dieci dicembre dopo tre arresti cardiaci il cuore della 79enne si è fermato. Da qui la decisione dei famliari di presentare una denunci in Procura convinti che l’aver consentito alla donna di alimentarsi nonostante fosse affetta da emorragia sia stato un errore fatale ma questo sarà l’autopsia e l’inchiesta della magistratura a stabilirlo con certezza.