I finanzieri della compagnia di Messina avrebbero accertato, secondo le ricostruzioni contabili, che parte delle somme pagate dai clienti per i servizi di vigilanza venivano sistematicamente distratte e solo una porzione affluiva nelle casse aziendali della New Vigile Peloritano srl, dichiarata dal tribunale fallita nell’agosto di anni fa. Gli uomini delle fiamme gialle hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare, una in carcere e l’altra agli arresti domiciliari, nei confronti dei fratelli Sebastiano e Antonino Messina, rispettivamente amministratore e direttore amministrativo della New Vigile Peloritano srl , ritenuti responsabili di bancarotta fraudolenta. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Ada Merrino e dal sostituto procuratore Fabrizio Monaco, hanno presso avvio proprio dal fallimento della New Vigile Peloritano. Secondo l’accusa i fratelli Messina avrebbero alterato nei bilanci le voci relative al costo dei dipendenti, esposte in misura superiore rispetto a quella effettivamente sostenuta e certificata dalle buste paga. Con questo stratagemma, tra il 2007 e il 2010, sarebbero stati distratti circa 400mila euro che sarebbero, poi, finiti nella Folgore Vigilanza s.r.l, creata ad arte per far confluire le residue attività dell’impresa ormai decotta, una condotta che ricalca, per grandi linee, quella che portò, negli anni precedenti, al passaggio tra Vigile Peloritano s.r.l. e New Vigile Peloritano. Contestati nel corso dell’indagine l’emissione di false fatture e l’omesso versamento dell’Iva. Il Gip De Marco, oltre alle misure cautelari, ha disposto il sequestro preventivo di alcuni rapporti bancari e postali degli arrestati e degli altri indagati. Sequestrato a Sebastiano Messina un appartamento del valore di un milione di euro.
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