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Rinviato a giudizio
Melino Capone

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Il gup Massimiliano Micali ha rinviato a giudizio l’ex assessore comunale alla viabilità e già ex commissario regionale dell’Ancol Melino Capone nell’udienza preliminare dell’inchiesta sulla gestione dell’ente di formazione professionale. Nei suoi confronti è ipotizzato il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Secondo l’accusa avrebbe percepito indebitamente dalla Regione, dal 2006 al 2011,  13 milioni e 600 mila  euro.  Una onlus senza scopo di lucro al cui interno sono stati assunti ed hanno fatto carriere familiari di importanti esponenti politici messinesi e siciliani.

Capone, a cui l’Ancol nazionale aveva revocato l’incarico, continuò a percepire i finanziamenti regionali. La lettera inviata alla presidenza della regione con cui venne ufficializzato la revoca dell’incarico di commissario regionale fu archiviata senza pubblicizzarne il contenuto ai dirigenti regionali. Capone è poi stato arrestato nel luglio scorso nell’operazione “Corsi d’Oro”. L’ex commissario dell’Ancol è finito ai domiciliari ma il Riesame ha accolto il ricorso della  Procura che aveva chiesto per Capone ed Elio Sauta. Responsabile dell’Aram, la detenzione in carcere. Secondo i giudici, infatti, sussisterebbero ancora il pericolo di reiterazione del reato e d’inquinamento delle prove. Decisioni per il momento  sospesa in attesa del pronunciamento della Cassazione. L’inizio del processo è fissato per il 17 dicembre quando sarà riunito anche il procedimento che oggi ha portato al rinvio a giudizio di Capone. 

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