Messina

Sabato 27 Aprile 2024

Proposte al vaglio
della Giunta Accorinti

atm piazzale

Pianta organica, stipendi ai lavoratori, trasformazione dell’azienda, gestione del personale sono stati alcuni dei temi trattati nell’auditorium della Atm dall’Orsa e da altre sigle sindacali autonome per dibattere dei tantissimi problemi, ancora irrisolti, dell’azienda trasporti municipalizzata. E’ stato un incontro piuttosto animato,  rimasto comunque nei canoni della correttezza, nonostante alcune diversità di vedute soprattutto sui tempi di pagamento degli emolumenti arretrati ai lavoratori, fermi ad agosto, e su come l’attuale amministrazione vuole risolvere i tanti, troppi problemi, che gravano sull’Atm. Fatti  alcuni passi in avanti rispetto al recente passato, con più autobus sulla strada, ma i rappresentanti sindacali chiedono, in buona sostanza, che l’Atm diventi il primo dei problemi da risolvere della Giunta Accorinti perché sono coinvolte quasi 600 famiglie e un servizio indispensabile per la città. Sul banco la grana stipendi e il contratto di servizio. Al tempo stesso avanzate alcune proposte su come sanare i bilanci e rendere l’azienda più virtuosa..

Della questione Atm, stamattina si sono occupati anche i rappresentanti delle federazioni dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil. Che hanno voluto presentare le loro proposte per salvare l’azienda.

Incrementare le entrate, abbatere i costi di gestione. Per aumentare la produttività e dare il via al risanamento dell’azienda. A parole è semplice, nei fatti è estremamente complicato. Ma stavolta i sindacati confederali hanno scelto di andare oltre la protesta. E presentare una concreta proposta per salvare l’azienda. Il risanamento dell’Atm per Cgil, Cisl e Uil può avvenire solo passando attraverso una serie di step. Il primo, indispensabile, prevede la trasformazione dell’azienda in spa come previsto dalla legge. Bisognerebbe poi creare una bad company, una società parallela nella quale far confluire la metà dei debiti. L’elenco delle proposte prevede anche la collaborazione con Trenitalia e con le società che collegano le due sponde dello stretto. Ma c’è bisogno anche di maggiori controlli per fermare il portoghesismo e di tutta una serie di attività che possano coinvolgere il personale e fare in modo che l’azienda ricominci a produrre.  Dalla crisi, insomma, secondo Cgil, Cisl e Uil si può uscire. A patto che si lavori seriamente per cercare la strada giusta da seguire.

 

leggi l'articolo completo