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Accoltellarono 35enne
presi due responsabili

Immormino

Per due mesi un uomo di 35 anni, Antonino Lisi, ha lottato contro la morte in ospedale dove gli è stata asportata anche la milza, per le ferite riportate nel corso di una lite che si è verificata nel maggio scorso al rione Ogliastri. Nelle immediatezze, la polizia intervenuta sul posto, raccolse le testimonianze di alcune persone che si trovavano nei pressi e recuperato alcune prove che alla fine si sono rivelate decisive. Subito si iniziò ad indagare su tre soggetti e contemporaneamente ad analizzare su della sostanza ematica, uno strofinaccio, una cicca di sigaretta e una leva del freno di un motorino.  Inoltre,  nella stessa sera del ferimento, gli agenti perquisendo la casa del padre di uno dei responsabili trovarono delle macchie di sangue su una  saponetta che si trovava in bagno. All’alba di oggi le manette sono scattate ai polsi di Angelo Immormino 22 anni, già noto alle forze dell’ordine, e Maurizio Lanfranchi, incensurato di 40 anni che sarebbero due dei tre che il 25 maggio scorso ferirono Antonino Lisi, personaggio noto alle forze dell’ordine, il quale poco prima aveva avuto un diverbio con la madre di Immormino. Proprio quest’ultimo, nell’immediato disse agli investigatori di non trovarsi lì quel giorno ma di avere avuto un incidente stradale e per questo si era fatto medicare al Piemonte. In realtà poi, dall’esame del dna   e dalle ricerche sui tabulati telefonici si è risaliti a lui. In questa vicenda poi, c’è un secondo round: il 23 agosto scorso, Lisi, rimessosi dopo il ferimento, sempre nei pressi del cortile di rione Ogliastri, ha incontrato Lanfranchi con il quale è nata una colluttazione durante la quale è saltato fuori un coltello che poi venne ritrovato esattamente dove Lisi aveva segnalato ai poliziotti.  L’ordine di cattura è stato  emesso dal G.I.P.   Salvatore Mastroeni a conclusione delle indagini  coordinate dal P.M.   Federica Rende. I dettagli sono stati illustrati stamani in questura dal capo e dal funzionario della squadra  Mobile,   Giuseppe Anzalone e Rosalba Stramandino.

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