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La Chiesa adesso tende
la mano ai migranti

A distanza di quasi un mese dall’arrivo del primo gruppo di migranti nell’impianto “Primo Nebiolo” di contrada Conca d’oro, la Chiesa messinese ha “battuto un colpo” al cancello in ferro che separa la città da un non-luogo. Perché è cosi che può essere considerata la struttura sportiva di proprietà dell’Università, dove ieri pomeriggio l’arcivescovo Calogero La Piana e il direttore della Caritas, padre Tanino Tripodo, hanno fatto visita. Ad accogliere il presule, la presidente della Croce rossa italiana, Grazia Costa, che ha subito accompagnato gli “ospiti” all’interno del palazzetto. L’immagine che i due rappresentanti della Curia hanno trovato di fronte ai loro occhi è stata quella di un distesa di letti, ciascuno dei quali fornito di cuscino, plaid e coperte, posizionati a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro. Sebbene, infatti, si continui a fare il possibile per rendere accogliente uno spazio nato con finalità per lo più agonistiche, la lotta contro i metri quadri è persa in partenza. E di questo La Piana, passeggiando sul parquet, circondato dai migranti, ha avuto l’opportunità di rendersene conto.   

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