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A Motta costa
100mila euro in più

L’emergenza scoppiò tre settimane fa. Un fax giunto a Palazzo Zanca nel pomeriggio dell’ultimo giorno di settembre chiuse, in maniera perentoria, le porte della discarica di Mazzarrà S.Andrea ai camion di Messinambiente.La crisi istantanea, che si unì a quella del passaggio dall’Ato alla SRR, fu affrontata ripiegando sulla discarica catanese di Motta S.Anastàsia. Si disse “Alla fine i costi saranno simili se non addirittura inferiori. Lo scopriremo appena arriverà la prima fattura”. Adesso i numeri ci sono ed in realtà parlano di un aggravio dei costi per lo smaltimento in discarica di circa 8 euro a tonnellata. Considerando che Messina di media viaggia a circa 300 tonnellate al dì, il conto è presto fatto. Ogni giorno Messinambiente e quindi Palazzo Zanca spende circa 2500 euro + iva in più di quanto non fosse speso a Mazzarra S.Andrea. In un mese 75 mila euro. Non solo, va considerato l’aggravio dei costi anche per il trasporto sino a Motta lontana 60 km in più rispetto al centro tirrenico. In soldoni, carburante + pedaggio , meno usura dei mezzi per via del tragitto tutto autostradale, è probabile che dai 75 mila euro si passi a circa 100 000 al mese. Un costo che, in chiave emergenziale Palazzo Zanca potrebbe anche definire il male minore, ma che rischia comunque di creare un'altra spesa da coprire da parte dei contribuenti con la prossima Tares. Per abbassare i costi occorrerebbe la divisione a mont, cioè nella piattaforma di Pace, del secco con l’umido. Sul lungo periodo la soluzione non può che essere un ritorno a Mazzarrà dove però c’è una società, Tirrenoambiente, che aspetta il saldo di diversi milioni.Messina ha bisogno dell’impianto di discarica per chiudere l’emergenza e risparmiare, Tirrenoambiente non vuol perdere il suo miglior cliente. Alla fine in nome dei rifiuti, la crisi di coppia potrebbe rientrare.

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