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Trasporti nello Stretto,
strategie condivise per
uscire dall’emergenza

Trasporti, mobilità integrata, logistica, partendo dal pieno funzionamento del porto di Tremestieri, dalla via Don Blasco, dall’attraversamento veloce dello Stretto. Passa da questi tasselli il presente e il futuro della città, perché torni ad essere un vero crocevia del Mediterraneo e non resti solamente schiava del transito dei mezzi pesanti. Il tema dei trasporti, ieri al centro della seconda puntata della trasmissione di approfondimento di Rtp “Punto Franco”, è sicuramente uno di quelli particolarmente caldi per Messina, come evidenziato anche dal direttore della rete Lucio D’Amico. Quello che è emerso dai tanti interventi coordinati dai giornalisti Salvatore De Maria, Domenico Bertè dalla redazione della Gazzetta del Sud e Maurizio Licordari, in collegamento dalla chiesa di Santa Maria Alemanna, è che serve una strategia, una programmazione condivisa per far finalmente decollare l’area dello Stretto senza dimenticare i trasporti in città. Intanto, per quanto riguarda l’attraversamento dei tir, lunedì, come annunciato dall’assessore alla viabilità Gaetano Cacciola, verrà presentata l’ordinanza che ha come obiettivo quello di evitare che i mezzi pesanti attraversino rada San Francesco, ma diventerà veramente efficace da gennaio, quando dovrebbero essere ultimati i lavori per rendere operativi i due scivoli del porto di Tremestieri. Restano infatti gli ultimi dieci pali da collocare, come ha ricordato il segretario generale dell’Autorità portuale Francesco Di Sarcina. «Per il secondo porto invece non ci sono certezze sui tempi ma la volontà di tutti è quella di realizzarlo nel più breve tempo possibile, cosi si potranno accogliere anche le navi delle autostrade del mare». Ribadita la disponibilità a collaborare dal vettore privato, Vincenzo Franza, ad della Tourist, ha però sottolineato come «sia indispensabile creare un nuovo sistema integrato nello Stretto, per attirare anche un traffico merci non accompagnato, il tema su cui andare a confrontarsi è proprio questo, sfruttando anche le potenzialità offerte dall’Autorità portuale». Dal canto loro invece gli autotrasportatori, rappresentati dal presidente dell’associazione Aias Giuseppe Richichi, si sono detti sì disposti a collaborare, ma auspicherebbero finalmente «una soluzione definitiva alla questione, che rappresenta comunque una risorsa economica per la città». Una boccata di ossigeno, in attesa del nuovo porto, dovrebbe arrivare invece con la realizzazione della via don Blasco, 18 mesi di lavori, un co-finanziamento di Regione per 24 milioni di euro e dell’Autorità Portuale: «Entro gennaio – come ha detto l’assessore regionale ai trasporti Nino Bartolotta – si potrebbe partire con la gara d’appalto per la via Don Blasco». Un’opera utile non solo a migliorare la viabilità accogliendo i mezzi pesanti ma indispensabile per valorizzare tutta una parte della città fino ad oggi dimenticata e degradata ma che può trasformarsi in zona di pregio come ha evidenziato invece l’assessore comunale alle politiche del mare Filippo Cucinotta. In collegamento dalla chiesa di Santa Maria Alemanna anche il sindaco Renato Accorinti che ha ribadito l’attenzione della sua Giunta per liberare la città dai mezzi pesanti. Sul versante della continuità territoriale l’assessore Bartolotta ha richiamato alla proprie responsabilità anche il governo nazionale, presenti inoltre l’ex assessore provinciale Michele Bisignano, Michele Barresi, sindacalista dell’Orsa, il progettista di via Don Blasco, l’ingegnere Antonio Rizzo che ha illustrato il progetto.

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