Messina

Lunedì 29 Aprile 2024

Corsi D'Oro, 18 a
giudizio immediato
il 17 dicembre 2013

tribunale messina

Sono 18  saranno giudicati con il rito immediato il 17 dicembre prossimo. Il gip Giovanni De Marco ha totalmente accolto la richiesta presentata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal pool di magistrati che lo hanno coadiuvato nell’inchiesta Corsi d’oro sulla gestione degli enti di formazione professionale Aram, Ancol e Lumen che il 17 luglio aveva portato all’arresto di dieci persone.  Salteranno l’udienza preliminare e si presenteranno davanti ai giudici della seconda sezione del tribunale Elio Sauta, la moglie Grazia Feliciotto, Chiarà Schirò, moglie del deputato nazionale del PD Francantonio Genovese, Concetta Cannavò, Natale Lo Presti, Nicola Bartolone, il funzionario regionale Carlo Isaja, l’ex assessore melino Capone, il fratello Natale, Giuseppe Caliri, Salvatore Giuffrè, Daniela D’Urso, moglie del deputato regionale del PDl ed ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, Danila Pugliares,l’Ancol, l’0Elfi Immobiliare, la Sicilia Service srl, il Centro servizi 2000 e l’associazione pianeta verde.
L’altro  colpo di scena è arrivato dal tribunale del riesame che ha depositato la decisione dopo l’udienza del 3 ottobre scorso.  I giudici hanno accolto il ricorso presentato dalla Procura che aveva chiesto la custodia in carcere e non solo gli arresti domiciliari per l’amministratore dell’Aram ed ex consigliere comunale Elio Sauta e per l’omologo dell’Ancol ed ex assessore di Palazzo Zanca Melino Capone. I giudici del Riesame hanno accolto le ragioni addotte, nell’udienza del 3 ottobre scorso, dai magistrati della Procura di Messina ritenendo insufficiente la misura degli arresti domiciliari che era stata decisa dal gip Giovanni De Marco. Ma Sauta e Capone non vanno in carcere. Il provvedimento,  infatti,non è immediatamente esecutivo in quanto gli indagati potranno rivolgersi ora alla Cassazione. Respinta, invece l’analoga richiesta avanzata dalla Procura per Natale Lo Presti che resta ai domiciliari.  La Procura non aveva invece presentato appello nei confronti di Salvatore Natoli per le dichiarazioni rese spontaneamente subito dopo il suo arresto.

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