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Ente Teatro, la longa
manus della Regione

Teatro sotto assedio. La minaccia, per certi versi inquietante,  proviene dalla Regione che attraverso il commissario del Vittorio Emanuele lancia inequivocabili segnali di colonizzazione. Altro che rilancio. E con toni perentori, lascia intendere di voler avocare a sé la gestione dell’ente, depotenziando di fatto il ruolo del presidente nominato dal sindaco. Ora, se tutto ciò è un film (o uno spettacolo teatrale) che abbiamo immaginato noi, lo scopriremo domani al termine del faccia a faccia fra i due “contendenti” (presenti pure i sindacati), ovvero il presidente dell’Ear Maurizio Puglisi e Rosario Cultrona, il commissario che non si capisce bene quali poteri detenga. Anzi, per la verità non ci sarebbero dubbi al riguardo, perché un commissario è solo un commissario, con tutti i suoi limiti amministrativi. Se poi qualcuno a Palermo pensa al commissario Montalbano (e a un regime di polizia) credendo che il Teatro di Messina sia la succursale di altre realtà che invece vanno preservate, allora, quantomeno, si abbia il coraggio di dirlo apertamente; ponendo fine a quest’insopportabile agonia assumendosi però la responsabilità della scelta. Perché francamente di questa vicenda tragicomica, di un Teatro che non fa teatro, ne abbiamo piene le tasche. E sia altrettanto bene inteso: nessuno qui ha voglia di piangersi addosso o di difendere un fortino (peraltro semivuoto). Al contrario, ben vengano le sinergie fra i tre enti di Catania, Palermo e Messina. Ma rispettando tutti e tre in egual misura (professionalità varie, orchestrali, ecc.).

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