Concorso truccato
arrestati due docenti
Tu fai un favore a me poi io ne faccio uno a te. Tu fai vincere un concorso a mio figlio io ne faccio vincere uno a chi vuoi tu. Funzionava così in alcuni dipartimenti dell’Università di Messina come ha appurato la Guardia di Finanza in sette mesi di indagini iniziate indagando su alcune false fatturazioni e scoprendo un concorso truccato per ricercatore di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Ateneo messinese. Agli arresti domiciliari sono finiti il professor Giuseppe Bisignano, 64 anni direttore del dipartimento di Farmacia ed il professor Giuseppe Teti, 61 anni, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Cinque gli indagati fra cui l’ex rettore dell’Università, Francesco Tomasello per il quale è ipotizzato il reato di abuso d’ufficio.
Le indagini erano scattate per una serie di fatture sospette poi risultate false. Fatture per spese mai sostenute ma che consentivano di prelevare denaro dalle casse del fondo economale del dipartimento di Farmacia. Per questa vicenda sono indagati per peculato il professor Bisognano e Cesare Grillo, addetto alla gestione del fondo economale. Intercettando centinaia di telefonate i finanzieri si sono imbattuti nel concorso truccato al quale si presentarono tre candidati uno dei quali, vantando molti più titoli degli altri, se lo sarebbe facilmente aggiudicato. Ma cinque giorni prima della prova il colpo di scena. Il candidato si ritira consentendo al secondo in graduatoria di vincere i concorso. Le indagini dei finanzieri però scoprono l’inghippo. Era accaduto che in un primo momento era stata nominata una commissione i cui membri erano stati avvicinati da due docenti delle Università di Catania e Camerino per essere ammorbiditi e consentire al figlio del professor Bisignano di aggiudicarsi il concorso. Al rifiuto dei commissari di alterare il punteggio dei titoli dei candidati non rimaneva che battere un’altra strada. Fu così che il professor Teti, secondo l’accusa, avvicinò il candidato prossimo ad aggiudicarsi il concorso e lo convinse a rinunciare. IN cambio gli avrebbe fatto vincere un altro concorso. Ottenuto il suo benestare Teti telefonò al professor Bisignano per dargli la bella notizia ed in cambio chiese che una sua parente potesse a sua volta aggiudicarsi un concorso all’Università. Un giro vorticoso di promesse, raccomandazioni e concorsi truccati sul quale la Finanza sta proseguendo le indagini. Nell’inchiesta sono indagati anche i professori delle università di Catania e Camerino che avrebbero esercitato le pressioni sui commissari e l professoressa Maria Chiara Aversa, delegata a comporre la commissione aggiudicatrice e che proprio domani andrà in pensione. Il rettore Tomasello è indagati per on aver vigilato sulla composizione della commissione.
Tu fai un favore a me poi io ne faccio uno a te. Tu fai vincere un concorso a mio figlio io ne faccio vincere uno a chi vuoi tu. Funzionava così in alcuni dipartimenti dell’Università di Messina come ha appurato la Guardia di Finanza in sette mesi di indagini iniziate indagando su alcune false fatturazioni e scoprendo un concorso truccato per ricercatore di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Ateneo messinese. Agli arresti domiciliari sono finiti il professor Giuseppe Bisignano, 64 anni direttore del dipartimento di Farmacia ed il professor Giuseppe Teti, 61 anni, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Cinque gli indagati fra cui l’ex rettore dell’Università, Francesco Tomasello per il quale è ipotizzato il reato di abuso d’ufficio. Le indagini erano scattate per una serie di fatture sospette poi risultate false. Fatture per spese mai sostenute ma che consentivano di prelevare denaro dalle casse del fondo economale del dipartimento di Farmacia. Per questa vicenda sono indagati per peculato il professor Bisignano e Cesare Grillo, addetto alla gestione del fondo economale. Intercettando centinaia di telefonate i finanzieri si sono imbattuti nel concorso truccato al quale si presentarono tre candidati uno dei quali, vantando molti più titoli degli altri, se lo sarebbe facilmente aggiudicato. Ma cinque giorni prima della prova il colpo di scena. Il candidato si ritira consentendo al secondo in graduatoria di vincere i concorso. Le indagini dei finanzieri però scoprono l’inghippo. Era accaduto che in un primo momento era stata nominata una commissione i cui membri erano stati avvicinati da due docenti delle Università di Catania e Camerino per essere ammorbiditi e consentire al figlio del professor Bisignano di aggiudicarsi il concorso. Al rifiuto dei commissari di alterare il punteggio dei titoli dei candidati non rimaneva che battere un’altra strada. Fu così che il professor Teti, secondo l’accusa, avvicinò il candidato prossimo ad aggiudicarsi il concorso e lo convinse a rinunciare. IN cambio gli avrebbe fatto vincere un altro concorso. Ottenuto il suo benestare Teti telefonò al professor Bisignano per dargli la bella notizia ed in cambio chiese che una sua parente potesse a sua volta aggiudicarsi un concorso all’Università. Un giro vorticoso di promesse, raccomandazioni e concorsi truccati sul quale la Finanza sta proseguendo le indagini. Nell’inchiesta sono indagati anche i professori delle università di Catania e Camerino che avrebbero esercitato le pressioni sui commissari e l professoressa Maria Chiara Aversa, delegata a comporre la commissione aggiudicatrice e che proprio domani andrà in pensione. Il rettore Tomasello è indagato per non aver vigilato sulla composizione della commissione.