Martedì sarà di nuovo 1 ottobre. Giampilieri, Scaletta e gli altri piccoli borghi delle zone colpite dall’alluvione riapriranno il libro della memoria (che, in verità, resta aperto tutto l’anno in quei villaggi dove ancora si tocca con mano il colore e si annusa l’odore del fango), onoreranno il ricordo dei loro cari caduti su un fronte di “guerra” dove il confronto tra le forze in campo era impari, da un lato una popolazione inerme, dall’altro un “esercito” armato di bombe d’acqua e detriti scagliati dalla montagna “assassina”. Ci sarà il momento della celebrazione in piazza (alle 17,30), lo spazio per le riflessioni ad alta voce, la preghiera collettiva (con la messa delle 18) e anche eventi ludici, per dimostrare una volta di più la voglia di tornare a sorridere, per testimoniare la fiducia nel domani, a quattro anni di distanza da una tragedia che ha segnato per sempre la storia di queste contrade. Un anniversario che verrà preceduto da un altro momento importante, una “partita” delicatissima che si gioca in un’altra sede. Domani, infatti, dovrebbe riprendere il processo avviato lo scorso 27 maggio nelle aule del Tribunale di Messina.
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