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Calabrò critico
sulla Giunta
Accorinti

calabrò

Sembra un fiume pronto a straripare dopo tre mesi di piena silenziosa; si sente di nuovo l’eco del suo “ora basta”, usato in campagna elettorale per dare un taglio netto al passato, cita Papa Francesco parlando di generosità, e intanto sventola in mano i documenti dei lavori di consiglio e giunta che gli sono stati consegnati dai suoi, come fosse ancora coordinatore  dei gruppi del partito democratico, anche se nell’ombra. “Sono tornato e più carico di prima”- ammette l’ex candidato sindaco del centro sinistra, Felice Calabrò, sconfitto al ballottaggio da Renato Accorinti, ma in attesa di conoscere a chi dei due sarà davvero affidata la città nei circa quattro anni che resteranno dopo la decisione del tar di Catania. La sua prima seduta pubblica in occasione della ricorrenza dei primi 90 giorni del sindaco, ex sfidante. Questa amministrazione deve svegliarsi – incalza- e cominciare a dare delle risposte se vuole il sostegno dell’aula.  Una sola delibera  presentata e ritirata – quella dei debiti fuori bilancio dell’ato 3- è scandaloso, prosegue Calabrò che corregge il tiro subito però, ammettendo che in 90 giorni non si può cambiare il mondo, ma almeno un progetto di sviluppo bisogna averlo. Gli argomenti trattati oggi andavano dalla mancata partenza della Stu Tirone, dalla perdita dei fondi della legge Tognoli,  passando dalla via Don Blasco per  arrivare al  risanamento. Su questi due punti, importante il riferimento al buon lavoro svolto dall’assessore regionale messinese Nino Bartolotta e sul rischio che si dimetta fra poche ore. Dal punto di vista  politico duro il commento di Calabrò sul balletto delle poltrone tentato dalla segheria del PD a Palermo     a discapito degli elettori. Ma tornando a Messina per dare l’esempio su come si rischi di perdere un’ulteriore possibilità di sviluppo, Calabrò lascia la parola a Giuseppe Santalco,  capo del suo gruppo, ma anche ex presidente dell’iacp In ballo ci sono gli 11 milioni di euro subito  e  40 in generale per completare lo sbaraccamento della città. Questa giunta – spiega Santalco- non ha ancora prodotto un solo progetto di risanamento per fondo fucile e non sa che ce n’è uno già cantierabile nel cassetto per 24 alloggi e botteghe.  Che abbiano bisogno del nostro aiuto  – ironizza Calabrò- lo dimostra il fatto che fossero  convinti che la casa dello studente fosse ancora operativa. Mentre è chiusa da anni.  

 

 

 

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