Il “giallo” è chiarito. È stato ritrovato il documento che fa chiarezza definitiva sulla titolarità dell’immobile noto come la “Casa del portuale”, attualmente occupato dagli attivisti del Teatro Pinelli. Si tratta dell’atto di vendita stipulato il 16 maggio del 1959 dall’allora sindaco Carmelo Fortino e dal console della Capitaneria di porto Giovanni Maimone. L’atto aveva per oggetto «la concessione in vendita di 1960 metri quadri di area comunale alla Compagnia portuale Italia, per la costruzione della Casa del Portuale ». Simbolico il prezzo fissato a 1.960 lire. L’amministrazione comunale dell’epoca giustificò la vendita del terreno ricadente nella zona dei Magazzini Generali per consentire la realizzazione «dell’importante opera finanziata dalla Regione siciliana». L’edificio, dunque, è della società cooperativa Italia, la quale, però, è stata posta in liquidazione e la Regione siciliana, dopo aver affidato a Placido Matasso l’incarico di commissario, ha incamerato questo bene nel suo patrimonio dichiarato indisponibile, cioè che non può essere dismesso. Forte dell’atto di vendita, il commissario ieri è tornato alla carica chiedendo lo sgombero urgente dei locali. «Hanno segato i lucchetti – denuncia Matasso –, che chiudevano un cancello di ferro ove erano custoditi tutti gli atti societari, i computer, i fax e le stampanti, i documenti dei soci con dati sensibili e le foto. Hanno utilizzato il materiale custodito nell’officina-ricambi utilizzando i filtri d’aria dei sollevatori, che costano centinaia di euro, per farne delle lampade. Hanno installato all’interno una radio, hanno adibito un locale a cucina dove bivaccano e altre stanze a dormitorio ospitando personaggi di ogni tipo. Perdurando tale situazione – conclude Matasso – sono impossibilitato a svolgere il mio mandato con gravi conseguenze per l’iter di liquidazione della società cooperativa». Il commissario si è anche rivolto al presidente della Regione, visto che la sua nomina dipende proprio da Crocetta.