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Chiusura Ato verso
soluzione d'emergenza

Il count down è arrivato a quota 5. Questi i giorni che mancano al termine della operatività delle Ato in tutta la Sicilia. Sarebbe dovuto coincidere con il battesimo delle SRR, le società di regolamentazione dei rifiuti volute dalla Regione.

Invece solo sei sulla trentina previste in tutta la Sicilia sono state costituite. Ma di operare neanche a parlarne. Sarebbero dovute essere pronte a fine luglio ed in grado di svolgere le funzioni che erano delle società d’ambito a partire dal primo ottobre.

Ieri nuova riunione a Palermo con i commissari liquidatori della Sicilia. I dirigenti hanno ascoltato le istanze,  le perplessità di chi conosce le fatiche quotidiane per far quadrare conti, tensioni con i lavoratori e chimiche con le istituzioni locali.

Da Palermo l’assessore Marino continua a lanciare segnali rasicuranti. “ Nessuna proroga delle Ato. Troveremo in queste ore la soluzione”. E intanto mancano sempre cinque giorni ad un momento nel quale scadrà ogni rapporto giuridico a supporto delle mansioni non solo di Ato ma anche di Messinambiente.  Non ci sarebbe nessuno, la mattina del primo ottobre, allo stato dei fatti, che abbia incarico giuridicamente rilevante per la raccolta della spazzatura cittadina. Mentre i giorni che ci separano dalla scadenza si assottigliano, in maniera inversamente proporzionale, si moltiplicano le riunioni per trovare una soluzione all’assenza di norme transitorie che traghettino verso le Srr. Anche le subordinate Aro, che invece dovrebbero ottimizzare localmenente la raccolta, hanno tempi di costituzione ed operatività sempre poco europei. Allora che si fa? Se la Regione esce dal cilindro una soluzione pronto uso, ben venga, ma intanto nei corridoi di Palazzo Zanca circola l'idea di affidarsi  a quanto previsto dall art. 191 di un  decreto leglislativo del 2006 che norma le situazioni di emergenza come questa. In pratica l'affidamento sarebbe diretto a Messinambiente su base mensile fino al raggiungimento di una normalizzazione. Poi ATO e Messinambiente con il loro carico di circa 700 dipendenti finirebbero nel calderone della SRR che li ridistribuirebbe ove fosse piu necessario. Anche in altre partecipate, appurato il sovrannumero. Se la crisi rifiuti potra’ essere scongiurata con procedutre d'emergenza, è difficile pensare che possano essere evitate frizioni con sindacati e lavoratori.     

 

 

 

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