Si riaccende la speranza per gli abitanti della cooperativa Casa Nostra da 20 anni alle prese con una incredibile serie di iatture che ne fanno uno dei complessi residenziali più sfortunati d’Italia. Basti ricordare che a causa di un grave dissesto idrogeologico 78 famiglie su 430 hanno dovuto abbandonare la propria casa e che 13 palazzine sono state evacuate. Ora l’amministrazione Accorinti ha riacceso i fari su Casa Nostra dopo le promesse non mantenute di precedenti giunte. Basterebbe ricordare l’incontro del 14 aprile 2012 tra consiglieri comunali e deputazione regionale, presenti solo tre onorevoli. Furono formulate diverse ipotesi di reperimento di fondi per finanziare le opere di ristrutturazione ma ad oggi non s’è visto nulla di concreto. Ma la visita di domenica del sindaco Accorinti al complesso Casa Nostra, in occasione del massiccio intervento di Messinambiente, ha riportato d’attualità la drammatica vicenda. Il primo cittadino ha rispolverato il progetto di un parco urbano come previsto dal piano di zona Ritiro-Tremonti. Al posto delle sette palazzine che dovranno essere abbattute sorgerà un’area verde che riqualificherebbe non solo il complesso ma l’intera zona di Giostra-Ritiro-Tremonti. Ma per fare tutto ciò è necessario sbloccare i fondi fermi a Palermo da oltre 20 anni. Per questo il Comitato Risaniamo Casa Nostra oggi ha inviato una lettera al presidente della Regione Crocetta, alla deputazione messinese, ma anche al sindaco Accorinti, al prefetto Trotta ed ai responsabili della Protezione civile per chiedere un incontro tra i responsabili del Comune e della Regione per coordinare le volontà operative ai vari livelli. Il comitato chiede una risposta a questa situazione che strascina da 30 anni con tante famiglie rimaste senza casa. L’incontro richiesto dovrebbe servire a svincolare 3 milioni di euro destinati all’ultimazione delle opere pronte per la cantierabilità, del piano di zona fermo al Comune. Un piano, sottolinea il Comitato Risaniamo Casa Nostra, che consegnerebbe un’area di aggregazione per giovani ed anziani di cui il quartiere ha sempre sentito la necessità. Un modo per superare gli anni della devastazione del territorio ed offrire agli abitanti della zona una miglior qualità della vita.