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Natoli: quelle firme sui
contratti non sono mie

Gli avvocati Giuseppe Serafino e Salvatore Caputo intervengono con una lettera per conto del loro assistito Salvatore Natoli, che «non è pentito perché non ha commesso alcun reato! Non si è conseguenzialmente accusato di alcuna colpa e non ha pertanto, con uguale conseguenzialità, potuto operare quelle “chiamate in causa” che gli si attribuiscono, che in realtà sono solo supposizioni (avvocatesche o giornalistiche) o, forse, strumentalizzazioni degli stessi inquirenti che hanno artatamente depositato soltanto parte di un verbale, che se fosse stato versato integralmente sarebbe risultato sicuramente insignificante. Risponde al vero – scrivono – che Natoli è stato sottoposto ad interrogatorio da parte dei Pubblici Ministeri ma con le sue dichiarazioni ha solo chiarito, o cercato di farlo, di essere completamente estraneo rispetto ai fatti che gli sono stati imputati e al contesto in cui è stato inserito. Lungi da lui l’idea di “chiamare in causa” coindagati o politici e professionisti, che giammai ha conosciuto o frequentato, Natoli ha solo tenacemente sostenuto di non avere mai avuto conoscenza, e quindi nemmeno firmato, quei contratti che gli si addebitano e che hanno portato al suo coinvolgimento in questa vicenda. Ha cercato di porre l’attenzione dei Pubblici Ministeri sul fatto che le firme apposte in quegli atti fossero tutte palesemente diverse dalla sua. In definitiva – concludono – la linea difensiva seguita da Natoli col citato interrogatorio è stata finalizzata esclusivamente a dimostrare la propria innocenza e non già a confessare reati mai commessi dai quali eventualmente pentirsi».

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