Il loro obiettivo è quello di ripartire, in un anno, con la produzione della birra in città. Sono 16 ex dipendenti della Triscele che non hanno ancora abbandonato il presidio davanti allo stabilimento di Via Bonino. Non si sono giustamente rassegnati all’idea di non poter più lavorare nel ramo in cui hanno costruito famiglia e riposto le loro aspettative. Non soddisfatti delle risposte finora ricevute dopo i proclami dei mesi scorsi, hanno creato una cooperativa, denominata “Birrificio Messina” il cui presidente è Domenico Sorrenti. Per portare avanti il progetto hanno investito parte del loro Tfr e degli ammortizzatori sociali, circa 50 mila euro cadauno, a cui avevano diritto dopo la fine del rapporto con Triscele. Purtroppo non tutti gli ex dipendenti hanno potuto dare adesione, o per problemi economici, o per scelte lavorative diverse. La cooperativa Birrificio Messina ha già individuato nel territorio cittadino il luogo dove dovrebbe essere rilanciata la produzione della birra. Si sta ancora trattando su come utilizzare i capannoni e sui costi da sostenere. Già pronti marchio ed etichette che saranno svelati a settembre in una conferenza stampa. Che il progetto non sia una cosa campata in aria lo si intuisce anche dall’appoggio che la cooperativa ha già ricevuto. La fondazione di comunità presieduta da Gaetano Giunta ha raccolto fondi per 10mila euro e attivato un conto corrente ad hoc per le donazioni presso la banca popolare etica di Palermo, il sindaco Accorinti sta lavorando sottotraccia per dare aiuti concreti, i consiglieri delle sei circoscrizioni hanno deciso di devolvere un gettone alla nuova cooperativa. Appoggio incondizionato anche da parte del movimento 5 stelle che ha già attivato una raccolta fondi parallela tramite il sito ww.kapipal.com/birreriamessina. La deputata all’Ars Valentina Zafarana sta perorando la causa degli ex Triscele, attraverso i programmi di sostengo alla piccola e media impresa. Nei prossimi giorni attese anche le decisioni del consiglio comunale perché la città ha bisogno, e la necessità, di riappropriarsi della sua storia.
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