Lo chiede Filippo Panarello, deputato regionale del Pd, lo ribadisce Antonio Saitta, pro-rettore e “controllore” per la legalità all’interno dell’U n iversità di Messina: Francantonio Genovese, dopo il “p a s t i cciaccio brutto” dei corsi di Formazione a Messina, deve fare un passo indietro: «Si dovrebbe autosospendere», dice secco Panarello. «L’a u t o s o s p e nsione – replica Saitta – è doverosa, perché è chiaro che un sistema di costruzione del consenso non ha più cittadinanza ». Il terzo personaggio protagonista del convegno “# R ifayPD”, che si è svolto ieri pomeriggio nel Salone degli Specchi dell’ormai ex Provincia regionale di Messina, è stato Antonello Cracolici, anch’egli come Panarello deputato regionale (capogruppo del Pd all’Ars), ma al contrario del collega con una visione diversa rispetto allo scandalo che ha travolto l’onorevole Genovese: «L’a u t o s o s p e n s i one mi sembra un’ipocrisia – ha sottolineato Cracolici – mi sembrerebbe più ragionevole che l’onorevole Rinaldi, coinvolto anch’egli nell’inchiesta sui corsi di formazione a Messina, si dimettesse dalle funzioni di questore del Parlamento regionale siciliano». Ma su un punto Cracolici, Saitta e Panarello sembrano d’accordo sulla questione morale «che all’interno del Partito democratico deve avere regole ancora più granitiche, perché – dice ancora Cracolici – i fatti emersi sui corsi di formazione a Messina dimostrano che all’interno del nostro partito c’è un problema di una gravità assoluta: un’ambigua demarcazione tra imprenditoria e politica».