Sono proseguiti anche nella giornata di ieri gli accertamenti investigativi nell’ambito dell’inchiesta aperta dal sostituto procuratore Antonella Fradà sul «suicidio», almeno stando ai primi riscontri, del prof. Giuseppe Longo, trovato morto dalla moglie nella villa di famiglia a Mortelle sabato scorso, a tarda sera. Secondo la prima ricostruzione il gastroenterologo si sarebbe iniettato in vena cloruro di potassio con una siringa, e secondo alcune indiscrezioni dall’autopsia giungerebbero conferme sulla presenza della sostanza nel corpo del docente. Di sicuro ci sono i segni della puntura in un braccio. Sulla vicenda è intervenuto ieri con una breve nota il procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro, per precisare che sono privi di fondamento «gli ipotizzati collegamenti tra il presunto suicidio del prof. Giuseppe Longo e una recente riapertura delle indagini sull’omicidio Bottari», e che «il predetto prof. Longo non è stato mai destinatario di alcun provvedimento di riapertura delle indagini a suo carico». Negli ultimi giorni di vita il medico 64enne ha avuto qualche incontro che lo ha turbato a tal punto da decidere di farla finita? Cosa ha provocato lo stato di prostrazione che ha riferito la moglie, in una lettera inviata al nostro giornale? Tutti interrogativi che dovranno essere chiariti dall’inchiesta.
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