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Default, Messina
può respirare

La Corte dei Conti non potrà (e non poteva) in alcun modo decretare il “dissesto” di un ente locale. Tanti comuni siciliani, a cominciare da quello di Messina sul ciglio del precipizio da mesi, possono tirare un sospiro di sollievo. È la clamorosa conseguenza della sentenza depositata ieri dalla Corte Costituzionale, dopo l’udienza del 19 giugno. Alla Consulta si erano rivolte molte regioni, tra cui quelle a Statuto speciale come appunto la Sicilia, con un giudizio promosso in via autonoma. In sostanza la Corte Costituzionale, redattore Lattanzi, ha “smontato” il decreto legislativo n. 149 del 2011, comportando la non applicabilità alle regioni a Statuto speciale di tutte le disposizioni contenute nel decreto impugnato. Due gli aspetti più importanti sottolineati nella sentenza della Corte: era fondamentale la concertazione con la Regione e un accordo appunto all’interno della Conferenza Stato-Regioni. La Corte dei Conti, quindi, non ha poteri sanzionatori nei confronti degli enti. Possono, dunque, respirare gli enti come il Comune di Messina che potevano presto essere vittima del dissesto coatto da parte della Corte dei Conti. Così come di colpo diventano un lontano ricordo le sanzioni per lo sforamento del Patto di Stabilità, così come avevano sostenuto i due legali del Comune, Arturo Merlo e Marcello Scurria, che con la precedente amministrazione avevano firmato i ricorsi e dato vita alla battaglia legale davanti ai tribunali amministrativi.

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