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I giovani universitari
si ribellano al malaffare

L’inchiesta “Campus” ha lasciato il segno soprattutto nei giovani, i quali temono che il loro futuro e le loro speranze possano essere ostacolati dai soliti furbi. Quando il merito passa in secondo piano un intero sistema diventa poco credibile. Cambiano le regole del gioco e si rivela vincente la capacità di alcuni di superare con estrema facilità ostacoli a cui, in condizioni normali, non sarebbero in grado nemmeno di avvicinarsi. L’auspicio, a questo punto, è che gli “scaltri” costituiscano una cerchia ristretta e non inficino più il regolare svolgimento di test di ammissione, esami o concorsi. Perché chi con il raggiro riesce ad avere la meglio, magari un domani occuperà posti di rilievo in ambiti professionali in cui le competenze contano, eccome. Il giorno dopo la clamorosa indagine di Dda e Dia prendono posizione le nuove generazioni di Atreju, Udu e Ugl giovani e la Cgil. L’Unione degli universitari di Messina preannuncia che si costituirà parte civile in un eventuale processo penale contro l’organizzazione che avrebbe esteso la sua longa manus su svariate facoltà.

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