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Degrado e abbandono
cancellano la storia
del Forte Castellaccio

Nell’ottobre 2012 si intravedeva una luce in fondo al tunnel. Il progetto di riqualificazione del Forte Castellaccio, presentato dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, era stato ammesso a finanziamento. Ottima notizia che faceva presagire il meglio. Invece, come spesso accade, è calato il silenzio. Il tempo è volato via inesorabilmente e la struttura è piombata in uno stato di abbandono senza precedenti. A spargere sale grosso su ferite già aperte ci hanno pensato i vandali, protagonisti di scorribande nelle aree di Gravitelli. Così, gli incivili hanno scardinato il cancello d’ingresso, imbrattato i muri con bombolette spray, danneggiato pareti, infissi e controsoffitti. Non solo: in base a quanto accertato ieri mattina dagli agenti del Nucleo decoro della polizia municipale, coordinati dal commissario Biagio Santagati, il Forte Castellaccio è ridotto in condizioni pietose e soggetto a continue visite indesiderate, anche da parte di chi pratica i cosiddetti “giochi di ruolo”. Nel corso della perlustrazione, disposta dal comandante del Corpo Calogero Ferlisi, sono stati trovati su alcuni muri segni di vernice “sparata” da particolari armi. Ciò significa che ignoti si sono introdotti in questi spazi per praticare una sorta di battaglia il cui è obiettivo è eliminare l’avversario centrandolo appunto con vernice colorata. Tutto ciò in barba alla storia della fortificazione, che meriterebbe invece ben altro trattamento e, soprattutto, una radicale opera di restyling per riabbracciare l’antico splendore. Inoltre, sembra lontano anni luce il 15 ottobre 2012, giorno in cui alcuni ospiti, su iniziativa della sezione messinese dell’Istituto italiano dei castelli, hanno avuto il piacere di visitare quello che è considerato il contraltare della Real Cittadella. Una passeggiata nell’immenso parco, che potrebbe rappresentare un fiore all’occhiello della città, assieme alle antiche strutture fortificate e a tutte le altre costruzioni sorte nel corso dei decenni, in particolare da quando padre Nino ha fondato in quest’area la “Città del Ragazzo” di Gravitelli e ha tentato di rimettere in sesto il più antico Forte dello Stretto.

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