Messina

Sabato 23 Novembre 2024

Accorinti si
è insediato

Renato Accorinti

Renato Accorinti è il nuovo sindaco di Messina. Il neo sindaco si è insediato a palazzo Zanca con il passaggio delle consegne con il commissario Luigi Croce. L'Ufficio centrale elettorale, presieduto dal magistrato Giuseppe Bonfiglio, ha ripreso l'attività di verifica dei voti  del turno di ballottaggio e dopo la verifica, ha  proclamato il candidato eletto.

Il sindaco anche durante il suo insediamento ha indossato la maglietta con la scritta No Ponte ma ha assicurato che da domani non la metterà più. Ha anche chiesto di non essere chiamato sindaco ma sempre 'Renato' da tutti come avvenuto fino ad ora. "Questo - ha detto Accorinti - è un momento storico di questa città e spero che tutti voi cittadini mi aiuterete con spirito di sacrificio estremo e lavorerete con me per Messina". "Sono felice per Accorinti - ha detto Croce - spero che possa fare molto per la città di Messina e possa risolvere i tanti problemi che la affliggono".

Accorinti è entrato a Palazzo Zanca a piedi nudi dando la mano ad un bambino al quale ha poi ceduto la fascia tricolore. "Sono a piedi nudi - ha detto Accorinti - perché voglio restare con i piedi per terra e voglio sempre ricordarmi che sono qui per aiutare gli ultimi. Da anarchico dico che le istituzioni sono importanti e voglio impegnarmi insieme a tutti i cittadini per cambiare la citta". Accorinti ha poi anche detto che si recherà nei prossimi giorni al Comune in bici come ha fatto sempre. "Il default - ha poi assicurato - non mi spaventa, mi spaventa solo il default economico e spirituale. La situazione disastrosa del Comune certo non l'hanno creata i cittadini perbene ma altri".

Messina volta pagina e lo fa in maniera dirompente mettendo sulla poltrona di sindaco Renato Accorinti, il pacifista fin qui noto per le sue battaglie contro il Ponte e per la tutela dei diritti civili soprattutto delle fasce più deboli. Un ciclone che ha spazzato via l’imponente macchina elettorale del centrosinistra che al primo turno aveva sfiorato l’elezione diretta. 52,67 la percentuale per Accorinti, 47,33 per Felice Calabrò. Un risultato straordinario se si considera che Accorinti aveva ottenuto al primo turno 19.000 preferenza ed al ballottaggio 48.000 ovvero, 29.000 voti in più. Sicuramente un grandissimo successo personale ma è ovvio che qualcosa sì è inceppato nel motore del centrosinistra, non più sospinto  dalla potente forza trainante dei consiglieri comunali e di circoscrizione che evidentemente hanno ridotto il loro impegno a favore del loro candidato. E la sconfitta ha subito determinato le dimissioni del coordinatore provinciale del OD Patrizio Marino che ha puntato l’indice contro i partecipanti alle primarie che a suo dire non avrebbero rispettato il patto di lealtà verso il vincitore. E poi ci sono i renziani, la corrente del PD che ha appoggiato platealmente Accorinti. Insomma un guazzabuglio degno della più tradizionale politica. Quella che i messinesi, con il voto del 23 e 24 giugno hanno bocciato su tutta la linea. E’ pur vero che Accorinti ha pescato soprattutto nel centro e nella periferia nord ma ha ottenuto qualche buon risultato anche a sud, fra le roccaforti di Calabrò. Quel che è certo comunque è che il santone di Cambiamo Messina dal Basso ha visto lievitare le preferenze ovunque anche nei quartieri in cui ha subito le più pesanti sconfitte. E questo significa una cosa sola. I messinesi gli hanno affidato i loro i sogni, le loro speranze di riscatto, le loro ambizioni per conclamata stanchezza della vecchia classe politica e delle sue logiche. La sua storia di uomo libero e svincolato da partiti e padrini ha fatto breccia nel cuore della gente. Ora però viene il difficile, è il momento di governare, di togliere la maglietta No Ponte ed indossare la fascia tricolore. Messina, dopo tre commissari ha bisogno di un governo stabile ed efficiente. Il tempo dei sogni e degli slogan è finito, E’ ora  di amministrare, Messina non ha un minuto da perdere.

 

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