Hanno vinto le spiagge. Almeno per buona parte della giornata. Si potrebbe sintetizzare così, con la classica immagine del cittadino che ha preferito il mare alle urne, il primo giorno di votazioni per il ballottaggio che, fra qualche ora, dirà chi tra Felice Calabrò, candidato del centrosinistra e dell’Udc, e Renato Accorinti, leader del movimento civico “Cambiamo Messina dal basso”, sarà il prossimo sindaco di Messina. Il fisiologico calo dell’affluenza tra primo e secondo turno (che nella media nazionale si attesta sull’11 per cento), a Messina fa sì che alle 22 di ieri abbia votato il 30,49 per cento degli aventi diritto al voto, il che significa che alle urne si sono recati in 61.503. È stata la fascia oraria 19-22 a far innalzare il dato: dal tramonto in poi, infatti, hanno votato quasi in 20 mila. Il calo rispetto al dato delle 22 di domenica 9 giugno, primo turno delle amministrative quando la presenza di consiglieri comunali e di circoscrizione causa naturalmente numeri più alti, è stato del 18 per cento circa. Due settimane fa, infatti, avevano votato in 96.937, che si traduce in un nettamente più alto 48,05 per cento. Il dato finale del primo turno è stato superiore alla media nazionale: alle urne, infatti, si sono recati in 141.611, pari al 70,2 per cento dell’intero corpo elettorale. Un dato che, però, si riduce sensibilmente se si va a guardare in quanti hanno espresso il proprio voto per i candidati a sindaco (che in quel caso erano sei): 83.022 i voti validi, numero che in termini percentuali si legge con un piuttosto basso 41,1 per cento del totale degli aventi diritto al voto. In quest’ottica, il calo dell’affluenza assume contorni meno macroscopici.
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