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Bufera sulle spese
dell’Ordine degli ingegneri

 Spese contabilizzate nelle voci di bilancio, prive del relativo mandato di pagamento. Spese ingiustificate o ingiustificabili. Altrettanto ingiustificate assunzioni di personale a tempo determinato. Sono questi i tre “capi d’accusa” che il sindacato Inarsind (sindacato nazionale ingegneri ed architetti liberi professionisti) rivolge ai vertici dell’Ordine degli ingegneri. Il cui bilancio non viene ancora approvato per le troppe “ombre” che pesano su alcune voci oggetto di contestazioni da parte di diversi membri dell’Ordine. Dopo le infuocate assemblee delle scorse settimane, era stato deciso di nominare una commissione di verifica del bilancio, ma il risultato del lavoro dei sei ingegneri prescelti (Vincenzo Benecchi, Salvatore Sciacca, Franco Cavallaro, Arturo Alonci, Filippo Floramo e Roberto D’Andrea) non è stato sufficiente a far diradare le nubi. Tutt’altro. Sono partite accuse, neanche troppo velate, alle quali sono seguite le “difese”da parte del presidente dell’Ordine, Santi Trovato, e del tesoriere, Francesco Triolo. I punti interrogativi permangono su diversi aspetti. Ad esempio, su bonifici incassati nel 2011 ma per i quali, «erroneamente », le relative ricevute sono state emesse nel 2012. Ma a suscitare dubbi e perplessità sono soprattutto alcune spese. Ad esempio, si legge nel verbale dell’ultima seduta della commissione, tenutasi il 17 giugno scorso, «molte voci relative a rimborsi di bar, ristoranti ed altro, relative al presidente, non sono supportate da alcuna delibera né – ha accusato Alonci durante la riunione – se ne comprende la motivazione, in quanto in nessuna di esse risulta alcuna giustificazione». Inoltre alcune di queste spese «risultano nei giorni festivi o addirittura domenica e lunedì di Pasqua, o nel mese di agosto nei bar di Furci Siculo, Santa Teresa di Riva e Savoca, in orari notturni». C’è poi agli atti un pranzo di 600 euro per 20 pasti il 6 agosto 2012, 700 euro spesi in un’enoteca il 24 aprile 2012 «per uova pasquali », altri 120 euro spesi l’11 giugno 2012 in un ristorante di Torre Faro. E poi un rimborso di viaggio per un convegno a Livorno «con un costo esorbitante (fuori mercato) per quanto concerne sia il biglietto aereo (circa 900 euro) che l’albergo (circa 1.100 euro) considerato che la trasferta è stata affrontata solo dal presidente».

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