A due giorni dalla chiusura delle urne, anche quella che sembrava essere l’unica certezza, il ballottaggio tra Felice Calabrò e Renato Accorinti, rischia di non essere più tale. Ieri mattina, infatti, sono iniziate nell’aula consiliare di Palazzo Zanca le operazioni elettorali dell’Ufficio centrale, presieduto del magistrato Giuseppe Bonfiglio. L’ufficio centrale sta passando al setaccio tutti i verbali delle sezioni e solo dopo la verifica dei voti, procederà alla comunicazione ufficiale sul risultato per i candidati sindaco. Ieri si è fermato a 125 sezioni e riprenderà questa mattina. Ma già a metà percorso sono emerse diverse incongruenze rispetto ai risultati fin qui resi noti, voti in più, voti in meno, più voti che votanti addirittura. E sono stati riconvocati i presidenti di sette sezioni, la 20 (Mili), la 40 (Cep), la 47 (Santa Lucia sopra Contesse), la 73 (Principe di Piemonte), la 86 (Collereale), la 103 (Tommaseo) e la 121 (Gravitelli). In aula, seduti tra i banchi, rappresentanti degli entourage di Calabrò (Patrizio Marino e Piero Cami) e di Accorinti (Alfredo Crupi). Perché a questo punto tutti i riflettori sono accesi sul duello che potrebbe clamorosamente saltare. Solo 46 voti, secondo i primi dati, hanno diviso Calabrò dalla vittoria al primo turno. Ma se, come già emerso da qualche verbale, i voti di Calabrò dovessero aumentare al punto di superare la fatidica quota del 50 per cento più uno (addirittura si parla di una sezione in cui a Calabrò, in prima battuta, erano state assegnate 250 preferenze in meno di quante in realtà ottenute), il candidato del centrosinistra potrebbe ritrovarsi sindaco a conclusione dei lavori dell’Ufficio centrale. Che oggi tornerà a riunirsi e potrebbe anche chiudere le operazioni. Le sorprese sono dietro l’angolo. Perché tutto può succedere.