Siamo al paradosso. Mentre la città è sospesa, in bilico fra il ballottaggio fra Calabrò e Accorinti e la possibilità che invece venga proclamato il sindaco nelle prossime 24 ore, ci sono ancora presidenti di seggio che, convocati dal magistrato che presiede l’ufficio centrale elettorale, Giuseppe Bonfiglio, non si presentano al comune, tanto da rischiare di essere prelevati dai Carabinieri. E’ un’offesa a tutti i messinesi se chi è deputato a dare delle spiegazioni sulla correttezza della stesura dei verbali di sezione, si rende irreperibile e non compie il proprio dovere fino in fondo. Ed è anche questo uno dei motivi per cui in questi due giorni, nell’aula consiliare, si sono rallentate più volte le operazioni di verifica dei voti, verifica che, per quanto riguarda i candidati a sindaco prosegue ancora, e solo dopo riguarderà le liste e i consiglieri comunali. Lunga quindi l’attesa per i molti rimasti fuori per una manciata di voti e che sperano nel miracolo. Per fare chiarezza sulla possibilità che Felice Calabrò risulti eletto al primo turno, si deve precisare che, durante i controlli dei verbali sono stati riscontrate preferenze che non risultavano assegnati per vari errori materiali. Preferenze non soltanto espresse a favore del candidato del centrosinistra, bensì per tutti e sei gli aspiranti alla poltrona di primo cittadino. Quindi aumentando il totale dei voti sale anche il quorum. In sostanza a Calabrò non basterebbero più 46 voti per vincere. Da ieri sera ad oggi si è vissuta la stessa altalena delle 24 ore successive allo spoglio. La percentuale del candidato del centrosinistra ha oscillato continuamente, talvolta superando, talvolta non raggiungendo il 50%. Nessuno può ancora fare previsioni su cosa succederà alla fine della verifica che è seguita attentante dai delegati di entrambi i candidati al ballottaggio. Per Calabrò presenti in aula Patrizio Marino e Piero Cami e per Accorinti Alfredo Crupi.
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