Tra doppia preferenza di genere e mancato effetto trascinamento, il rischio di sbagliare è alto. Come spesso accade quando cambia il sistema elettorale. Messina va al voto, i messinesi dovranno prestare grande attenzione. Si scelgono sindaco, 40 consiglieri comunali, 6 presidenti di circoscrizione e 16 consiglieri per ogni quartiere. Nelle 254 sezioni della città potranno votare i 201.739 aventi diritto, più donne che uomini. Al seggio bisognerà presentarsi con un documento d’identità e la tessera elettorale. Chi non ce l’ha potrà chiedere il duplicato agli uffici del comune presentando una dichiarazione che ne attesti lo smarrimento.
A ogni elettore verranno consegnate due schede: una azzurra per sindaco e consiglio comunale e una rosa per presidente e consiglieri di quartiere.
Una delle novità è che non c’è più l’effetto trascinamento. Il voto alla lista o quello al candidato non danno automaticamente la preferenza al sindaco. Chi vuole sceglierlo deve tracciare una ics anche sul nome del candidato. Candidato che non deve necessariamente essere quello collegato alla lista che si sceglie. È il cosiddetto voto disgiunto: si vota un consigliere di un partito e un sindaco collegato ad un partito diverso. Si può anche votare solo il sindaco, senza scegliere consiglieri e liste. O viceversa solo la lista, senza dare preferenza al sindaco. Accanto al simbolo della lista ci sono quest’anno due linee sulle quali scrivere i nomi dei candidati. È la famosa doppia preferenza di genere, altra grande novità. È possibile ma non obbligatorio esprimere una seconda prefrenza all’interno della stessa lista. Deve però essere una persona di sesso diverso dalla prima. In sostanza, chi ha votato un uomo può aggiungere il nome di una donna e viceversa. Se per errore si votano due uomini o due donne viene considerata valida solo la prima preferenza espressa, mentre la seconda viene annullata.
Sullo stesso principio si basa il voto sulla scheda rosa, quella per il quartiere. Per la prima volta si sceglie direttamente il presidente. Anche qui manca l’effetto trascinamento. Bisogna dunque barrare anche il nome del candidato insieme a quello della lista. Si può fare il voto disgiunto – votare un presidente e una lista diversa da quelle a lui collegate – e si può votare solo per la lista o solo per il candidato presidente.
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