Una resa incondizionata quella di Armando Di Maria dopo quattro anni di battaglie quotidiane per tenere in vita un malato terminale come Messinambiente. Parole dure come pietre, un atto d’accusa senza mezzi termini contro quelle istituzioni che lo hanno lasciato da solo a combattere una battaglia disperata in un settore difficile e delicato. Un grido d’allarme che non è rimasto inascoltato. E stamattina il Prefetto Stefano Trotta, al quale Di Maria nei giorni scorsi aveva inviato un incartamento per illustrare la situazione di Messinambiente, ha convocato per lunedì mattina in prefettura un vertice con Di Maria ed il commissario straordinario del Comune Luigi Croce. Un tavolo chiamato ad affrontare le gravissime difficoltà finanziarie in cui si dibatte la partecipata ed a scongiurare l’interruzione del servizio di raccolta dei rifiuti. L’attenzione del prefetto ai problemi di Messinambiente rappresenta un passo avanti notevolissimo nella vicenda ma non basterà ad impedire che Di Maria rassegni le dimissioni. Troppe disattenzioni ed anche qualche attacco di troppo lo hanno convinto a non aver ripensamenti. Ma la sensazione è che se dal vertice di lunedì dovessero scaturire decisioni importanti per la sopravivenza della partecipata il commissario liquidatore possa ripensarci. Il nodo essenziale restano sempre i soldi. In questi giorni la raccolta si è nuovamente fermata per mancanza di gasolio ma anche perché bisogna pagare la ditta che mette a disposizione i mezzi per raggiungere la discarica di Mazzarrà. Nei giorni scorsi dovevano giunte 1.300.000 euro poi divenuti 1.100.000 perché ATO 3 ne ha trattenuti 200.000, scatenando l’ira di Di Maria ormai abituato a fare i conti anche con gli spiccioli per tirare avanti.
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