Non è esatto dire che il comune di Messina non ha aderito al decreto legge n. 35, convertito in legge, che prevede lo sblocco di 40 miliardi di euro per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione e per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonchè in materia di versamento di tributi degli enti locali. Lo ha fatto, ma attraverso l’unica misura che gli era permessa. La precisazione arriva dall’area economico- finanziaria di palazzo Zanca e precisamente dal ragioniere generale Ferdinando Coglitore e dal dirigente Giovani Di Leo, i quali affidano ad un comunicato stampa le loro spiegazioni. L’anticipazione di liquidità che poteva essere richiesta alla cassa depositi e prestiti- si legge- doveva essere utilizzata esclusivamente per il pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012 e per i quali esistevano i relativi impegni di pesa, cioè fatture o certificati di pagamento. In poche parole: non per i debiti fuori bilancio. Dunque il comune di Messina ha presentato alla ragioneria generale dello Stato, sulla base delle comunicazioni trasmesse dai dirigenti, la richiesta di spazi finanziari per spese di investimento ai fini del patto di stabilità 2013 per 4milioni di euro e ne ha ottenuti 2milioni740mila. La vicenda lascia l’amaro in bocca alla luce delle condizioni in cui versano le casse comunali e degli importi imponenti ottenuti invece da altre città. La notizia ha sortito già una serie di reazioni. Il segretario generale della CGIL Lillo Oceano rimarca che soltanto 77 comuni su 108 nella provincia di Messina hanno presentato istanza di accesso al Fondo e il fatto che fra questi non vi sia Messina è gravissimo, non solo per l’occasione persa, che rischia di condannare a morte molte aziende ed aggravare il già pesantissimo bilancio occupazionale, ma soprattutto perché indicativo della pessima inclinazione dell’intera macchina comunale, sia in una parte significativa della dirigenza comunale, sia in un altrettanto significativa componente della dirigenza politica. Non meno diretto il segretario provinciale della Confederazione Unitaria di Base Filippo Sutera che parla di approssimativa gestione della vicenda e osserva che l’ufficio commissariale e il Consiglio Comunale non possono esimersi dalle proprie responsabilità. Non sappiamo se il dissesto verrà dichiarato – prosegue Sutera- ma certamente l’adesione a queste rare opportunità ne avrebbe probabilmente allontanato lo spettro. E a proposito di dissesto, non possiamo non riportare un’ultima affermazione del ragioniere generale Ferdinando Coglitore il quale stamattina senza mezzi termini ha dichiarato: il dissesto è inevitabile. Amen