Ancora una volta la buona sorte ha assistito i messinesi. Per l’ennesima volta, negli ultimi tre anni anni, un grosso albero si è schiantato dopo essersi sradicato. Ad appena una settimana da quello che si è adagiato su un palazzo, stamani, uno che, in via Trieste, è finito sulla cancellata esterna del presidio militare. La pianta non ha retto alla furia del vento e la stessa cosa, con alberi di minori dimensioni, è accaduta a Piazza Cairoli, nei pressi della scalinata adiacente al Palacultura, in via Maddalena e in via Lago Grande a Ganzirri danneggiando un’auto. Da tempo ci si interroga sullo stato di salute di queste piante poste prevalentemente ai margini delle strade, su tutte la circonvallazione. Solo per puro miracolo non è accaduto l’irreparabile. Grosse piante si sono schiantate nei pressi di scuole, chiese, mercati e persino a Villa Mazzini e villa Dante. Episodi che fortunatamente hanno procurato danni a cose, anche se di notevole entità come l’impianto che alimenta la linea tranviaria. Un problema che la precedente amministrazione tentò di affrontare con l’eliminazione di una quarantina di piante ritenute a rischio dagli esperti. A giudicare dagli episodi recenti, però, sono molti di più gli alberi che con estrema facilità si schiantano. Così come sono tantissimi quelli che lungo la circonvallazione causano dei rigonfiamenti della sede stradale pericolossissimi per centauri e automobilisti. Non hanno avuto successo quegli interventi di scarifica dove dopo più di un anno l’inconveniente è tornato a manifestarsi; né può essere una soluzione la striscia gialla che inviata a spingersi verso il centro della carreggiata. Il problema va affrontato, ed è proprio il caso di dire, alla radice. Spesso, abbiamo usato l’espressione “per fortuna non è accaduto nulla”, ma il ripetersi di questi episodi, con una certa frequenza, non deve lasciare tranquilli quanti sono chiamati a garantire l’incolumità dei cittadini. Piaccia o no agli amanti del verde pubblico, e lo sono tutti, ma il rischio che qualcuno ci rimetta la vita sotto un grosso tronco non è proprio il caso di correrlo dopo che fin qui è andata di lusso.