“Per provvedimenti urgenti ed indifferibili non intendevo la dichiarazione di dissesto, ma l’approvazione di quegli atti che erano la sostanza del piano di riequilibrio finanziario decennale”. Forse è la prima volta, dal suo insediamento, che il commissario si lascia andare a delle considerazioni direttamente con un giornalista, ma, comunque, sempre senza telecamere. Anche io sono messinese- commenta con tono amareggiato- e voglio il bene della mia città. L’ex procuratore capo non nega che il dissesto sia dietro la porta, ma vuole precisare di non aver certo pensato di chiedere ad un consiglio comunale a fine mandato di dichiararlo e sa bene che si tratta di un provvedimento che andrebbe proposto dalla giunta (che lui rappresenta) con tanto di atto deliberativo. Non sto abdicando- aggiunge- ma provando ad esperire un ultimo tentativo. Quindi ribadisce, così come ha già fatto nella relazione di 61 pagine, quali sono gli atti urgenti e indifferibili per i quali due giorni fa aveva sollecitato l’aula: si tratta dell’approvazione del contratto di servizio e del bilancio dell’atm e del bilancio di messinambiente. Per il commissario straordinario, inoltre, la bocciatura del contratto di servizio con l’amam è stata una iattura. Altri elementi importanti di cui il piano è carente- prosegue Croce- sono la mancata redazione dell’elenco dei debiti riconoscibili con l’assenso dei creditori ad accettare il pagamento rateizzato in dieci anni e ancora la mancata eliminazione dal 2013 dei fondi per il finanziamento della retribuzione accessoria del personale dirigente e del comparto. Dalla mancata esecuzione di tutti questi adempimenti scaturiscono delle deliberazioni della corte dei conti-si legge nella relazione - dove vengono resi giudizi negatiti e pesanti ed evidenziate anche criticità e irregolarità, tanto che la stessa Corte ha trasmesso gli atti alla propria procura e alla procura della repubblica di Messina. Sottolineati in nero due passaggi: si parla di ritrosia nel rappresentare la situazione finanziaria e gestionale nella sua integralità e di prassi tese a dissimulare la reale situazione debitoria. Croce non si dilunga oltre, ma conclude il suo ragionamento con un rammarico. Il comune di Napoli ha ottenuto un finanziamento di 593 milioni di euro in due anni. Si tratta di un’anticipazione di liquidità come stabilito nel decreto legge 35, convertito oggi in legge, e che prevede lo sblocco di 40 miliardi di euro per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione e per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonchè in materia di versamento di tributi degli enti locali. Il mio tentativo - assicura -di fare partecipare anche il comune di Messina all’assegnazione di tali fondi è stato stoppato, perché mi è stato spiegato che tali finanziamenti non erano utilizzabili per il pagamento dei debiti correnti. Sono stato mal consigliato – conclude- un rassegnato Croce.
Intanto il presidente del consiglio comunale Giuseppe Previti ha già convocato la conferenza dei capigruppo per domani alle 12 per promuovere una seduta dell’aula entro 48 ore. Oltre a quanto suggerito dal commissario Croce nel corso della riunione si dovranno valutare le soluzioni per il ripristino dell’ecopass, annullato con il voto di due giorni fa.