Una virata a 360 gradi sulla ridicola storia ventennale del secondo palazzo di giustizia da parte del commissario Luigi Croce, ovvero una delibera per cancellare tutto il passato e puntare dritti dritti verso la Casa dello studente, per realizzarlo definitivamente. Poi la presa di posizione forte e chiara di ieri mattina di magistrati e avvocati verso questa soluzione. Infine l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura sulla vicenda amministrativa, che vede indagato con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio l’ingegnere Salvatore Saglimbeni, che come funzionario comunale ha avuto il ruolo di Rup nel procedimento per l’acquisizione degli immobili per realizzare il palagiustizia satellite. Non sono poche le novità per una delle vicende più emblematiche del “non fare” alla messinese, maturate tutte in questi ultimi giorni. Il 10 maggio scorso l’ingegnere Salvatore Saglimbeni, funzionario comunale, è stato sentito per due ore dai carabinieri della polizia giudiziaria con accanto il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Carrabba, su delega del sostituto procuratore Adriana Sciglio, che ha aperto un’inchiesta sulla vicenda del palagiustizia satellite. L’ipotesi di reato a carico del professionista è quella di abuso d’ufficio, poiché quale responsabile del procedimento amministrativo aperto a palazzo Zanca per il reperimento di immobili da adibire al secondo Palazzo di Giustizia, ha determinato il compenso anche per i componenti della commissione di valutazione e proposto al dirigente Capo area, proposta poi accordata con specifica determina dirigenziale nella quale si sottoscriveva unitamente al dott. Ferdinando Coglitore; somme che inizialmente vennero riscosse (quasi ventimila euro), e poi restituite. L’ingegnere Saglimbeni dal canto suo ha riempito un lungo verbale in cui ha spiegato dettagliatamente la sua posizione amministrativa a palazzo Zanca e all’interno della commissione che prese in considerazione tutte le offerte pervenute, affermando tra l’altro che il committente era il ministero della Giustizia e non ilComunee tutta l’attività della commissione si è svolta quasi per intero fuori dall’orario d’ufficio. E poi ha detto una cosa clamorosa, ovvero che in atto i locali della Procura, dell’Ufficio Gip, quelli del Giudice di pace e del Lavoro, sono stati raggiunti da un’ordinanza di inagibilità. Ha affermato inoltre che la commissione ha lavorato con grande competenza e celerità, mettendo in condizioni la giunta municipale di adottare la famigerata delibera n. 698 del 9 settembre 2009 con cui si effettuò la scelta tra le offerte, così da rispettare il termine ultimativo del Ministero e salvare l’intero finanziamento ancora oggi inutilizzato, che dovrebbe aggirarsi su quasi 17 milioni di euro. Il professionista ha poi ricostruito molto dettagliatamente la storia dei compensi percepiti daimembri della commissione e delle procedure amministrative adottate da palazzo Zanca, e ha sottolineato che spontaneamente ha restituito i compensi percepiti, dopo la decisione della Corte dei conti che ha contestato al ragioniere generale del comune Coglitore una somma di 56.000 euro, eccezion fatta per il compenso percepito dall’ing. Santi Mangano, ritenuto legittimo e congruo. L’altro fatto che ruota intorno a questa vicenda è la presa di posizione chiara e netta verso la soluzione- Casa dello studente scelta da Croce con una delibera nei giorni scorsi, che rimanda ovviamente al voto del consiglio comunale, adottata ieri mattina da magistrati e avvocati. Infatti ieri si sono riuniti a palazzo Piacentini in due contesti diversi la Commissione manutenzione presieduta dal primo presidente della Corte d’appello Nicolò Fazio e il consiglio dell’Ordine degli avvocati presieduto da Franco Celona. Entrambi gli organismi hanno adottato dei deliberati in cui sollecitano il consiglio comunale di decidere in fretta sulla proposta- Croce e soprattutto di non lavarsene le mani come è stato fatto nei mesi scorsi, ed ancora hanno dichiarato che andranno fino in fondo sulla eventuale responsabilità contabile del consiglio comunale in questa storia. Abbiamo sentito in serata sia il presidente Fazio sia il presidente Celona: «Abbiamo sollecitato il consiglio comunale a scanso anche di qualsiasi responsabilità di natura contabile» afferma il presidente Fazio «perché c’è il rischio di perdere il finanziamento dell’opera. Esprimo comunque la piena soddisfazione perché sembra che si avvii finalmente a soluzione il problema della palagiustizia satellite con l’ipotesi Casa dello studente. Certo si spera che il consiglio comunale possa nel breve tempo che resta a sua disposizione, adottare una deliberazione che accolga la proposta del commissario straordinario Croce. Un atto che assuma responsabilmente una decisione tale da venire incontro alle esigenze della città». Il presidente dell’Ordine degli avvocati Franco Celona ha affermato tra l’altro che «non si può più consentire che un organo come il consiglio comunale “decida di non decidere” su una vicenda che ormai si trascina da un ventennio, ma ha all’interno tutte le professionalità per fare in fretta e bene. Senza contare che in una delibera del nostro organismo solleciteremo a breve la Corte dei conti per valutare l’eventuale responsabilità contabile dell’organismo».
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