Felice Calabrò sceglie l’arte, la cultura, lo spettacolo e lo sport per lanciare ufficialmente la sua campagna elettorale. Sceglie la Fiera, nel ricordo dei fasti degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, ma anche per la battaglia simbolica recentemente “combattuta” dai ragazzi che hanno occupato il Teatro, denominandolo “Pinelli”. Parla dal palco allestito all’interno della cittadella, quell’area che prossimamente l’Autorità portuale consegnerà ad enti ed associazioni, nell’obiettivo di farne una vera e propria passeggiata di attrazioni tra natura, sociale e commercio. «Questa è la mia città, questo lungomare che è stato ingabbiato da muri e cancelli e che non riusciamo a vedere se non per pochi giorni l’anno», esordisce il candidato sindaco del centrosinistra. Arriva poi la celebrazione della “impresa” degli occupanti del “Pinelli”: «Anche questa è la mia città, il teatro comunale lasciato morire per quasi 20 anni e che solo grazie ad un gruppo di giovani testardi ed entusiasti è tornato a vivere – dice con sincerità, riconoscendone il valore simbolico –. Questi viali per tutto l’arco dell’anno restano deserti se non per sporadiche manifestazioni, che però non rendono giustizia alla bellezza ed alle potenzialità della cittadella.
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