Si sono protratte oltre il previsto le operazioni della commissione elettorale. Solo poco prima delle 23 è giunto un responso che provocherà strascichi: oltre alla lista di Angelo Villari, con tanto di candidatura a sindaco, è stata esclusa anche quella del “Megafono”, il movimento del presidente della Regione Rosario Crocetta, a sostegno di Felice Calabrò. Lista che tra i propri candidati vanta “big” come il vicepresidente del Consiglio uscente, Angelo Burrascano, l’ex assessore comunale Roberto Sparso e l’ex assessore provinciale Pio Amadeo. Un vero e proprio terremoto, che scuote un movimento già “vacillante” dopo la lettera choc di oltre cento iscritti alMegafono, con cui è stato di fatto sfiduciato il coordinatore Giuseppe Ardizzone proprio per il lavoro svolto sulle liste (ma anche per diversi passaggi precedenti relativi ai rapporti con la coalizione, a partire dal “giallo” delle buste). Gli esclusi avranno tempo fino a lunedì per presentare eventuali controdeduzioni alla Commissione elettorale circondariale inter comunale, che tornerà a riunirsi lunedì alle 16.30 per esaminare le possibili integrazioni documentali, fermo restando che entrambe le liste, “Villari sindaco Cambiamo tutto”e“Il Megafono Lista Crocetta”, sono a questo punto appese a un filo. Nel caso del “Megafono” il nodo è legato all’assenza del documento sull’apparentamento, del quale però Ardizzone avrebbe la “ricevuta”. Che fine ha fatto? La Digos già sta indagando, oggi verrà presentata una denuncia in Procura. Problemi che però, insieme a vari passaggi precedenti nei rapporti con la coalizione di centrosinistra, hanno determinato la “sfiducia di fatto” del coordinatore Giuseppe Ardizzone da parte di oltre cento iscritti al movimento. Ieri il deputato messinese Giambattista Coltraro aveva provato a stemperare i toni: «La chiusura della lista non è stato compito facile, è ingiusto addebitare responsabilità ad Ardizzone, che ha lavorato solo ed esclusivamente nell’interesse del Movimento. Forse c’è stata qualche incomprensione ma nulla di irreparabile». Tentativo, quello di Coltraro, destinato a non suscitare gli effetti sperati, vista l’esclusione della lista da una campagna elettorale chiave come quella di Messina. Il “caso Villari”, invece, è legato al ritardo con cui è stata consegnata la documentazione: alle 12.02, quando invece la scadenza era alle 12, come testimoniato da quanto scritto sulla carpetta consegnata da Villari, con tanto di firme di due ispettori di polizia municipale. Villari, che ha contestato formalmente anche la carenza di indicazioni sulla esatta collocazione della commissione, ieri ha voluto chiarire alcuni aspetti, quando ancora non era stata ufficializzata la sua esclusione: «I soliti dietrologi di professione hanno già iniziato una campagna denigratoria nei miei confronti. Il ritardo non è certo dipeso dal delegato di lista e spero di poter fare valere le mie ragioni al Tar. Respingo al mittente tutte le insinuazioni sulla mia presunta intenzione di consegnare volutamente in ritardo i documenti per la presentazione della lista ». Villari assicura anche tutti sui tempi del ricorso, ormai brevissimi per via delle nuove leggi in materia. Come chiarito dall’avvocato Marcello Scurria, che assisterà Villari, nel giro di poco più di una decina di giorni, secondo le nuove disposizioni, si chiuderà la querelle anche per un eventuale appello al Cga. «Diversamente –ha aggiunto Villari – avrei rinunciato a tutelarmi per il bene della città».