Mentre c’era chi si congratulava e brindava, loro non festeggiavano affatto. I residenti della vallata di Ritiro hanno colto ieri l’occasione per manifestare platealmente invocando tutela e attenzione. Da dieci anni, infatti, sono costretti a convivere non solo con un cantiere enorme e complesso, ma soprattutto con opere imponenti, spesso sorte a ridosso delle abitazioni. Per un pilone, addirittura, è stato necessario espropriare una villetta e abbatterla a metà. «La mia casa sta crollando –denunciava una residente –e le crepe sono evidenti. Ma loro negano che questo sia stato causato dai lavori dello svincolo. Intanto, siamo in pericolo da dieci anni». Anche l’ing. Tonti, peraltro, ha sottolineato l’estrema delicatezza degli interventi di costruzione di piloni e viadotti, condotti in zone fortememte antropizzate. Ma non è solo il nuovo svincolo il problema: a fare paura è il vecchio viadotto Ritiro, il cui intonaco si sfalda visibilmente con una pioggia di calcinacci. Intanto, l’assessore Bartolotta ieri ha assicurato la costituzione di un tavolo tecnico per l’esame della vasta problematica.