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Poliambulatorio per i
poveri che gravitano
attorno alla stazione

Adesso sono circa 200 gli indigenti che mensilmente frequentano i locali della Stazione centrale, adibiti ad Help center. Alcuni l’etichetta “povero” l’hanno sempre avuta cucita addosso; altri, invece, conoscono una vita di stenti soltanto da poco tempo, magari in seguito a un divorzio o, peggio ancora, alla perdita del posto di lavoro. Da ieri, al progetto d’inclusione sociale, già avviato da Caritas e associazioni Terra di Gesù e Santa Maria della strada, in collaborazione con Rfi, si è aggiunto un altro tassello, con l’attivazione di un Poliambulatorio. Vi si accede dallo slargo situato a destra di piazza della Repubblica. A disposizione di chi non può permettersi determinate visite nelle strutture “comuni”, ci sono, al momento, alcuni macchinari, tra cui un ecocolor Doppler, a cui, presto, se ne affiancheranno altri. Proprio il servizio medico specialistico arricchisce l’offerta del Centro diurno dedicato ai senza fissa dimora. A inaugurarlo e a benedirlo è stato l’arcivescovo Calogero La Piana. Il quale, ieri pomeriggio, ha sottolineato come in questo momento di crisi sono sempre più numerose le azioni di volontariato. «Tutto ciò ci fa toccare con mano la bontà di Dio e quella che alberga nel cuore degli uomini. L’attenzione della chiesa è per il corpo e lo spirito della persona», ha rilevato il presule. Il direttore della Caritas Gaetano Tripodo ha detto che dall’incontro con le cooperative Santa Maria della strada e Terra di Gesù, «è nata l’idea di una collaborazione speciale, destinata a fornire cure e assistenza anche a chi non facilmente accede al servizio sanitario ». Ora viene data una risposta grazie alle molte persone di buona volontà: si tratta dei “medici di carità” che hanno dato la propria adesione. «A loro, alla chiesa di Messina, all’Ordine dei medici e all’associazione Cardiologia italiana – ha rimarcato Francesco Certo, cardiologo e angiologo, presidente della onlus Terra di Gesù e responsabile del nuovo servizio – va il nostro grazie più sentito. Siamo qui per curare, assistere e incontrare gli ospiti dell’Help center». Certo ha speso parole di elogio anche per il consigliere spirituale, monsignor Pietro Aliquò, e per i tanti benefattori che quotidianamente si mettono al servizio delle fasce più deboli: «Tutti insieme raccogliamo fondi e dedichiamo tempo a progetti come questo studio medico specialistico o come l’ospedale che abbiamo costruito in Congo», ha affermato. I “medici di carità”, durante l’inaugurazione, hanno indossato una coccarda rossa: sono Angelo Sinardi (anestesia), Maria Pia Vita (chirurgia pediatrica), Massimo Cerniglia (otorinolaringoiatria), Claudia Mastroeni (neurologia), Nico Rizzo (oculistica), Rosaria Certo, (endocrinologia), Rosario Conti Guglia (pneumologia), Attilio Savica (ortopedia), Giovanna Fiumanò (medicina interna), Alessandra Fattori e Teresa Mastroeni (ginecologia), Salvatore Cinconze (pediatria), Maria Pia Calabrò (cardiologia pediatrica), Salvo Rotondo (urologia), Franco Galimi (nefrologia-ecografia internistica), Antonio Puglisi (dermatologia). Dopo il taglio del nastro del Poliambulatorio, aperto ogni mercoledì pomeriggio (15.30-18), si è svolta un’iniziativa speciale: i vagabondi che frequentano il Centro diurno hanno organizzato una festa, intitolata “On the road”. Emilio e Paolo, due dei tanti senza tetto, hanno spiegato il senso della manifestazione. «Abbiamo voluto questo momento di festa per stare insieme e condividere arte, musica e cibo. Siamo capaci di offrire qualcosa ed è anche il nostro modo di ringraziare tutti». Padre Francesco Pati, responsabile delle comunità d’accoglienza diocesane e fondatore di Santa Maria della strada, che con la Caritas ha aperto più di un anno fa l’Help center, ha raccontato di essersi commosso, ieri mattina, quando ha visto al Giardino degli ulivi (lo spazio interno alla Stazione che ha accolto le manifestazioni), molti senza fissa dimora intenti a pulire, ordinare e preparare. Tornando alla festa, ieri sera, Lillo ha smesso i panni del clochard e si è improvvisato presentatore dell’evento. Ospiti e volontari hanno intitolato “Io vagabondo”. Poi flashmob “Break the chain”, ballo collettivo contro gli abusi sulle donne, mostra pittorica “I colori della strada”, letture di tre brani tratti dal Don Chisciotte, recital di poesie, rappresentazione di video e scenette dei laboratori artistici, canti religiosi e l’immancabile rinfresco.

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